Due navi di grano già in Turchia. E arriva anche il soccorso polacco

Dopo gli attacchi su Sebastopoli, l'Ucraina supera i blocchi russi nel Mar Nero e riapre le esportazioni. Drone su un edificio federale a Kursk

Due navi di grano già in Turchia. E arriva anche il soccorso polacco
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Dopo la Resilient Africa, anche la nave cargo Aroyat è riuscita a superare il blocco del Mar Nero imposto dalla Russia che da settimane attacca costantemente le infrastrutture portuali dell'Ucraina. Entrambe le imbarcazioni, partite da Chernomorsk, a sud di Odessa, sono approdate a Istanbul per fornire grano ai Paesi asiatici e africani. Da quando a luglio Mosca si era ritirata dall'accordo internazionale che consentiva l'esportazione dei prodotti agricoli ucraini sul Mar Nero, Kiev è riuscita a trasferire in Turchia circa 25mila tonnellate di cereale. Numeri che evidenziano la ritrovata capacità nel muoversi in corridoi perennemente martellati da missili e droni russi (anche ieri a Yuzhny).

Il blitz di giovedì a Sebastopoli, dove i razzi da crociera Storm Shadow hanno decapitato il comando operativo di Mosca sul Mar Nero, ha incoraggiato Kiev a esporsi per esportare il più importante prodotto su cui si regge la sua ormai traballante economia. In soccorso di Zelensky si schiera la Polonia, che ha predisposto, come annunciato dal presidente Duda, corridoi di transito, grazie ai quali il grano ucraino potrà passare attraverso il Paese ed essere esportato dove necessario. La disputa dell'Ucraina con la Polonia era stata scatenata dalla decisione di Varsavia di estendere il divieto di importazione di prodotti cerealicoli ucraini oltre la data di scadenza fissata dall'Ue il 15 settembre. Duda ci ha ripensato, nonostante le elezioni parlamentari del 15 ottobre siano dietro l'angolo.

L'import di cereali ucraini sul mercato unico europeo ha fatto crescere nei polacchi la consapevolezza sui rischi per l'agricoltura nazionale. Il grano di Kiev costa meno e minaccia il lavoro di migliaia di agricoltori, una categoria che ha un grande peso sociale ed elettorale nel Paese. La mossa di blocco però era in chiaro contrasto con le regole del mercato unico europeo, e Duda è stato costretto a rivedere i suoi piani per scongiurare un isolamento economico e politico da parte dell'Ue e dell'alleato americano.

Nel 578esimo giorno di combattimenti un drone ucraino ha colpito ieri mattina un edificio del servizio federale di sicurezza a Kursk, in Russia. L'operazione è stata condotta dall'intelligence militare ucraina, che ha individuato le roccaforti del nemico nell'oblast. Alcune però sono state abbandonate perché la maggior parte del personale è stato trasferito in posizioni di prima linea a Zaporizhzhia e Donetsk. Lo rivelano anche blogger indipendenti di Mosca, secondo i quali le controffensive simultanee dell'esercito ucraino nell'area di Bakhmut e nel sud del Paese impediscono ai russi di formare forze aggiuntive, proprio perché i comandanti sono costretti a ridistribuire le loro nuove riserve per cercare di frenare l'avanzata di Kiev. Di parere contrario il comandante dell'aeronautica Usa in Europa Hecker che sostiene che «la Russia ha imparato dagli errori commessi durante la fase iniziale dell'operazione speciale e il modo in cui le sue forze armate si adattano al conflitto può creare difficoltà all'Ucraina».

Una persona è morta per un attacco russo a Krasnohorivka, nel Donetsk. Gli invasori hanno lanciato due attacchi nel Kherson, colpendo la zona industriale di Dnipro e infrastrutture civili a Korabelnyi, dove sono decedute 2 persone.

I sabotatori di «Freedom for Russia Legion» hanno fatto esplodere mezzi militari e autocisterne di carburante a Kaluga e Naro-Fominsk (Mosca). I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto un elicottero Mi-8 ucraino nel Donbass.

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