"Non votiamo questa roba...": due ore di fuoco in Cdm e quel pressing della Lega

In Consiglio dei ministri, la Lega è riuscita a far prevalere la sua linea sul green pass per le attività di base invece del super certificato verde proposto dal governo

"Non votiamo questa roba...": due ore di fuoco in Cdm e quel pressing della Lega

La Lega si è fatta sentire durante il Consiglio dei ministri dove sono state approvate le nuove misure sull'obbligo vaccinale over 50: un duro scontro è montato, però, quando si è trattato di decidere dove e quando andava utilizzato il super green pass.

"Responsabili si, acquiescenti no"

Il governo premeva per l'estensione della massima misura anche servizi alla persona, ai negozi, alle banche e gli uffici pubblici ma sarebbe scattato il voto negativo dal partito di Salvini: per questi servizi, quindi, rimane in vigore il green pass di base. "Siamo responsabilmente al governo ma non acquiescenti a misure, come gli obblighi che incidono profondamente sulla libertà al lavoro che è tutelata dalla costituzione o a misure senza fondamento scientifico visto che la maggioranza assoluta dei ricoverati Covid ha ben più di 60 anni", hanno affermato i ministri della Lega, Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani, al termine del Cdm.

"Manca la responsabilità di Stato"

Soprattutto Garavaglia, il più "attivo" dei suoi, ha minacciato di non votare il testo se la misura fosse stata confermata. In questo modo è stato raggiunto un accordo, un punto di unione, tra la richiesta leghista dell'obbligo dagli over 60 e le richieste del governo e gli altri partiti. Contenti tutti, si, ma a metà. Gettando altra benzina sul fuoco dopo due ore e mezzo di Cdm. "Manca l'assunzione esplicita di responsabilità dello Stato quando si introduce un obbligo vaccinale", sottolinea. Bypassato il discorso vaccini, come viene riportato da AdnKronos, la Lega è ha formulato una proposta per consentire l'anticipo del tfr a chi è rimasto senza stipendio perché sospeso dal lavoro "per permettere il sostegno delle famiglie altrimenti prive di reddito". A tal proposito, c'è stato anche un braccio di ferro Lega-M5S perché i pentastellati si sono opposti alla richiesta dei leghisti sull'anticipo del tfr. La misura richiesta, secondo quanto rivelato da alcune fonti, sarebbe stata accantonata dal governo.

Come avevamo scritto sul Giornale.it, invece, il grande assente di oggi è stato Giancarlo Giorgetti, anche se i bene informati escludono una frattura con il premier Draghi sexondo la versione che viene fatta circolare dallo staff del ministro dello Sviluppo economico, che riferisce come tra il leghista e il presidente del Consiglio non vi sia

"nessun contrasto né sulle misure sul Covid, né su altri argomenti". Pertanto le ricostruzioni che parlavano di frizioni tra i due "sono da considerarsi fantasiose e destituite di ogni fondamento".

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