Continua la battaglia della sinistra a favore dei diritti civili e delle minoranze. Ieri, una legione di commentatori ha intinto la penna nella saliva e si è lanciata in difesa di un diritto nuovo di zecca, quello all'eleganza, già emerso nel caso di Lady Soumahoro. Questa volta c'era da difendere Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, a causa della ormai famosa intervista rilasciata a Vogue. Schlein ha detto di avvalersi dei consigli di una armocromista-personal shopper che l'aiuta ad acquistare e abbinare i capi d'abbigliamento. L'amica armocromista ha tariffe piuttosto elevate, dai 140 ai 300 euro all'ora. La destra si è messa a ridere della compagna Schlein. I difensori d'ufficio di «Elly» sono insorti: la leader ha bisogno dell'armocromista. «Elly» potrà ben spendere qualche migliaio di euro per farsi vestire da capo a piedi... Chi la critica è soltanto un armocromofobo: un destrorso che vuole reprimere la minoranza dei ricchissimi, negando il diritto all'eleganza. Dopo la xenofobia, dopo l'omofobia, ecco la nuova battaglia: contro l'armocromofobia dilagante.
Naturalmente i difensori d'ufficio fingono di ignorare il problema. L'ilarità è suscitata dal fatto che la Schlein, a parole, combatta la disuguaglianza: ma saprà come vivono i poveri? C'è da dubitarne.
A questo, si aggiunge la sede scelta per la prima intervista da capo della sinistra: Vogue, rivista poco letta nelle fabbriche a fine turno. Comunque, per rimettere le cose a posto, consigliamo a Schlein di introdurre subito il personal shopper di cittadinanza.
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