Prima le ombre fasciste e adesso quelle russe sui migranti. Peccato che i fatti ed i numeri smentiscano la bomba sbarchi innescata nientemeno che dalla Wagner, il braccio armato del Cremlino in Libia. Al contrario sono le Ong del mare a dare man forte recuperando in mare dall'inizio dell'anno oltre 10mila migranti sbarcati tutti in Italia. E il Pd, per la prima volta, in vista delle elezioni, ha bocciato il finanziamento alla Guardia costiera libica, che ha intercettato 9.500 migranti fino al 15 luglio.
Il quotidiano la Repubblica, che ogni giorno si inventa qualche storia per colpire il centrodestra in vista delle urne l'ha sparata grossa: «L'arma dei migranti sul voto. I barconi spinti in Italia dai mercenari della Wagner». Mosca ha sicuramente brindato alla caduta del governo Draghi e osserva sicuramente con attenzione la campagna elettorale italiana. Non si può escludere che potrebbe tentare di influenzarla, ma che la «bomba migranti» sia attivata dai mastini della guerra del Cremlino è fantascienza. Basta dare un'occhiata ai numeri rivelati dal sottosegretario al ministero dell'Interno, Nicola Molteni. «Al 29 luglio 2022, gli sbarchi in Italia di migranti provenienti dalla Libia sono stati 21.507. Di questi, meno di 4.000 arrivano dalla Cirenaica, gli altri dalla Tripolitania» spiega l'esponente leghista. La Tripolitania è in mano al governo di Abdul Hamid Dbeibah, che nonostante recenti aperture considera Khalifa Haftar, ras della Cirenaica, un rivale se non nemico giurato. Il generale gode dell'appoggio dei russi, compresi gli uomini della Wagner. I migranti partiti dalla Cirenaica si imbarcano a Derna o Tobruk, ma come spiega una fonte del Giornale in prima linea sul fronte dell'immigrazione «il numero di questi eventi è ancora basso anche se usano grossi barconi pieni di gente». L'ultimo due giorni fa con 500 migranti e un altro con 650 sabato scorso. Non solo: da Tripoli un'altra fonte del Giornale rivela: «La storia dei russi è una balla. Si tratta soprattutto di egiziani che si imbarcano in Cirenaica, ma spesso fanno scalo negli hub dei trafficanti della Tripolitania, come Zwara, per arrivare in Italia lungo la rotta più breve».
Molteni dichiara che «da un anno a questa parte, ovvero dalla seconda metà del 2021 si assiste a un lieve incremento degli arrivi dalla Cirenaica. Questi sono i dati, il resto ricostruzioni che non hanno alcun riscontro nella realtà».
In Tripolitania, sotto controllo governativo, la fanno da padroni i turchi, che sono alleati della Nato e hanno sconfitto Haftar, appoggiato dalla Wagner, pur mantenendo buoni rapporti con Putin. I numeri degli sbarchi, però, parlano chiaro: fino al 29 luglio sono arrivati in Italia 39.285 migranti. Oltre a quelli dalla Libia significa che più di 18mila provenivano da altre rotte. Il flusso più importante, dopo la Tripolitania, è quello dalla Tunisia. E non mancano arrivi dal Mediterraneo orientale, direttamente dalla Turchia con la novità delle partenze dal Libano. In definitiva poco meno del 10% si è imbarcato in Cirenaica dove ci sono i russi che secondo Repubblica influenzano così il voto in Italia. Nella caccia alle ombre il quotidiano è abile a cercare la pagliuzza e non vedere la trave. Dall'inizio dell'anno al 15 luglio la flotta delle Ong ha recuperato in mare il 31% del flusso proveniente dalla Libia. E sbarcato in Italia 8.525 migranti. Anche gli umanitari fanno il gioco dei russi? Ovviamente no, ma i numeri tornano a parlare chiaro. Nelle ultime ore Sea watch 3 si sta dirigendo verso Taranto con 487 migranti. Geo Barents di Medici senza frontiere e Ocean Viking di Sos Mediterranée chiedono di sbarcare complessivamente 1.046 persone, compresi 300 minori. In totale in questi giorni le Ong porteranno in Italia 10.058 migranti, due volte e mezzo le partenze della Cirenaica all'ombra dei russi.
E come se non bastasse, mercoledì, il Pd ha bocciato il finanziamento di 11.848.
004 per il personale della Guardia di finanza che partecipa «alla missione bilaterale di assistenza nei confronti delle istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi». Una decisione propagandistica in vista delle elezioni esaltata dal deputato dem, Matteo Orfini, come un no al «rifinanziamento della cosiddetta Guardia costiera libica» alla faccia delle ombre russe sui migranti.
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