nostro inviato a Giovinazzo
Ad Everest, kermesse di Giovinazzo, Maurizio Gasparri compie due imprese: raduna praticamente tutta Forza Italia; e getta le basi per un centrodestra unito aprendo le porte anche a Quagliariello, Mario Mauro e altri satelliti un tempo uniti nel Pdl. Primo dato: qui, davanti a 600 giovani azzurri, sfilano tutti i big del partito: Brunetta, Romani, Toti, Gelmini, Tajani, Carfagna, Matteoli. Parlano tutti i coordinatori regionali: Marin, Pelino, Ceroni. E poi una sfilza di parlamentari: da Baldelli a Ravetto, passando per chi è appena rientrato nei ranghi azzurri come Schifani.
Berlusconi alle 9 della mattina telefona a Gasparri. Ringrazia il senatore ex An e si raccomanda: «Ricorda i quattro colpi di Stato eh...». E poi rassicura: «Guarda che Parisi deve solo dare una mano per recuperare consensi tra chi s'è disamorato della politica».
Ma la politica qui c'è eccome. Il fil rouge che lega tutti gli interventi dei forzisti è il grande orgoglio per una classe dirigente nata e cresciuta sulla scia del berlusconismo. «Dobbiamo aprirci - dice Elio Vito - Ma noi abbiamo già forze fresche al nostro interno».
Ma poi è Brunetta show. Un intervento a tratti con le lacrime agli occhi: «Siamo grati per quello che Berlusconi ha fatto e che dovrà ancora fare con noi. C'è un solo leader e si chiama Berlusconi». Ma aleggia il fantasma di Parisi: «Viva Stefano Parisi se viene a darci una mano - urla il capogruppo azzurro alla Camera - Bene se riesce a farci riconquistare gli elettori persi ma, attenzione Stefano, ci conosciamo da 33 anni... Tutto questo deve avvenire nella chiarezza. Nella chiarezza dei valori ma anche nella collocazione». Gli parla a distanza: «Vedi Stefano, sono amico di Albertini. Ma non possono trovare casa da noi quelli che votano «Sì» al referendum e o votano la fiducia a Renzi. O di qua o di là: chiarezza e nettezza». La platea esplode. Accade anche quando Brunetta parla di Nazareno: «Ero favorevole ma a patto di fare una grossa coalizione. Non si può fare le riforme insieme ma stare un po' all'opposizione. Non si può essere un po' incinta. E la gente non ci ha capito più».
Durissimo con Renzi anche Quagliariello che smonta le riforme renziane: «Renzi di Costituzione non capisce niente. È ignorante e presuntuoso. Il bicameralismo non viene cancellato e ci saranno 10 procedimenti legislativi diversi. Ma chi decide quale strada? I presidenti delle Camere. E se non son d'accordo? La legge non dice cosa succede... Sarà un disastro». Non solo: «Il contenzioso Stato-Regioni non verrà eliminato. In Senato non ci saranno i rappresentanti delle Regioni. La riforma dà una maggioranza al premier, ma non più poteri». E soprattutto: «Questo referendum sta unendo il centrodestra e spaccando la sinistra». Ed è forse questo il più grande successo di Everest.
Una kermesse che si scioglie quando ascolta l'intervento di Gelmini, una delle più applaudite e tutta all'insegna
della fierezza del berlusconismo: «Siamo noi dalla parte giusta della storia. E non dobbiamo avere paura di nessuno. Perché Forza Italia c'è». L'orgoglio azzurro è tutto qui, ad Everest: una montagna bagnata dal mare.FCr
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