E Mosca ha quasi finito le scorte di armi

Anche Nato e Ue in difficoltà: "Più produzione per dare sostegno Kiev"

E Mosca ha quasi finito le scorte di armi

Isolati dal resto del mondo, alle prese con lotte intestine, in difficoltà sul campo, a corto di uomini e adesso anche di armi e munizioni. Al Cremlino puntavano a una guerra lampo e a una conquista senza quasi colpo ferire, invece le cose stanno andando diversamente. Secondo fonti americane e ucraine citate dalla Cnn, armi e munizioni a disposizione delle forze armate russe sono drasticamente diminuite e in alcune aree sono anche del 75% inferiori rispetti ai rifornimenti massimi. Al punto che Mosca potrebbe essere costretta a razionare i colpi di artiglieria o anche a rivalutare completamente le tattiche del conflitto sul campo. Dopo quasi un anno dall'invasione dell'Ucraina, si tratta dell'ennesimo segnale di debolezza per il Cremlino.

Eppure, il fonte amplissimo schierato con Kiev e a sostegno della sua difesa territoriale, non sta molto meglio. La conferma arriva dal segretario generale della Nato Jens Stoiltenberg che ammette: «Aiutare Kiev è la cosa giusta da fare, si tratta della nostra sicurezza. Ma i Paesi della Nato e dell'Ue hanno esaurito le loro scorte per fornire aiuti all'Ucraina». Stoltenberg ha individuato anche la soluzione al problema, sottolineando che, «nel lungo periodo è necessario aumentare la produzione di armamenti e i ministri della Difesa della Nato hanno preso la decisione di aumentare lo stock». Anche perché l'alleanza atlantica e l'Unione Europea continuano ad andare a braccetto. «Cooperazione sempre più forte», si legge in una nota congiunta dopo il vertice di Bruxelles. «Vladimir Putin voleva prendere il Paese in due giorni e dividerci, ma ha fallito su entrambi i fronti», hanno ricordato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ricordando che «Ue e gli Stati membri hanno contribuito con quasi 50 miliardi di euro» e annunciando una nuova sinergia con la Nato che conferma: «Di fronte alla più grave minaccia alla sicurezza euro-atlantica degli ultimi decenni Ue e Nato sono rimaste unite a supporto dell'Ucraina». Il prossimo 20 gennaio, nella base americana di Ramstein, in Germania, si terrà una conferenza dei Paesi che sostengono la resistenza ucraina. Nel frattempo, Stati Uniti, Germania e Francia stanno provvedendo a inviare in Ucraina veicoli militari avanzati, così come l'Italia è un passo dal dare il via libera ai sistema di difesa aerea Samp/T. Mentre alcuni soldati ucraini sono pronti a partire per Fort Sill, in Oklahoma, dove verranno istruiti sull'utilizzo dei missili Patriot, fondamentali per la difesa antiaerea.

All'angolo, scaricata da tutti i big, Cina compresa, ad eccezione dell'Iran che è alle prese con le proteste e il caos interno, alla Russia non resta che cercare di alzare il tiro.

«I nostri piani immediati includono l'espansione degli arsenali delle moderne armi d'attacco», ha detto il ministro della Difesa Sergei Shoigu citando, come al solito, anche le armi nucleari. Ma è consapevole, Shoigu, che a rischio c'è anche il suo posto e che le minacce sono l'unica cosa in cui a Mosca vanno forte.

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