E ora provate a cancellare quella scritta omofoba

La notizia del giorno è il ritrovamento a Pompei di un Thermopolium intatto, una bottega direttamente sulla strada di bevande e cibi caldi

E ora provate a cancellare quella scritta omofoba

La notizia del giorno è il ritrovamento a Pompei di un Thermopolium intatto, una bottega direttamente sulla strada di bevande e cibi caldi. Agenzie di stampa e giornali online hanno subito titolato sullo «street food» ante litteram, e c'è da capirli. Sono le regole della comunicazione. L'aspetto di costume vince sempre sul dato scientifico. Così come, del resto, è stato sottolineato il graffito beffardo «Nicia cinaede cacator». Che suona «Nicia cacatore invertito» (il «cinaedus» di Catullo...) e prende in giro il proprietario o qualcuno che lavorava nel termopolio... Un'iscrizione, fanno notare le agenzie, «omofoba». Ora: tutti sappiamo che nel I secolo d.C. nel mondo romano si praticasse apertamente l'omosessualità. Un po' meno che si denunciasse l'«omofobia». La scritta - che semmai è omofoba oggi - all'epoca era solo uno sberleffo. Indice, peraltro, come ogni forma di ironia, di grande civiltà.

Adesso non resta che aspettare al varco i legionari del politicamente corretto, del #noOmofobia, del Lgbt, della cancel culture. Per coerenza, dopo aver imbrattato statue e monumenti schiavisti, fascisti, sessisti&omofobi, devono venire a Pompei e cancellare, subito, la scritta. Troppo facile prendersela solo con Churchill.

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