E Salvini sdogana "l'incazzatura": la Terza Repubblica del turpiloquio

E Salvini sdogana "l'incazzatura": la Terza Repubblica del turpiloquio

Sembra ancora di sentirlo Luigi Di Maio che festeggia «la nascita della Terza Repubblica». Il nuovo che avanza è rimasto in sala parto, ma le scorie rimaste tra di noi inquinano ancora il linguaggio. Non solo toni forti contro il presidente della Repubblica («ha fatto un atto ignobile», dice il leader M5s che ieri ha visto balenare la probabile fine delle proprie aspirazioni), ma anche un Salvini smette i panni dello statista e rispolvera quelli da piazza dicendosi «incazzato nero» per lo stop di Mattarella. L'indignazione politica viene così ufficialmente sostituita con «l'incazzatura», più adatta al bar che al Quirinale. Ed ecco un punto talmente in comune tra Lega e M5s che sarebbe potuto finire nell'ormai archiviato contratto di governo: il turpiloquio usato non più nei comizi ma come normale intercalare di ogni discorso politico. Niente di strano tutto sommato, visto che la presunta Terza Repubblica nascerebbe sulla spinta di un Movimento il cui primo vagito è stato «Vaffa».

Con la campagna elettorale in arrivo c'è da aspettarsi di sentirne di ogni. «L'incazzatura» del resto fa quasi tenerezza rispetto a ciò che dirà uno come Di Battista capace di urlare «suca» da un palco in Sicilia. Prepariamoci a tappare le orecchie ai bambini.

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