E Santanchè battezza i suoi Repubblicani «Così faremo da federatori del centrodestra»

L'associazione della deputata azzurra: «Non siamo una corrente, il Cav lo sa»

E Santanchè battezza i suoi Repubblicani «Così faremo da federatori del centrodestra»

Roma Non chiamatela «corrente» perché Daniela Santanchè quasi si offende: «Siamo uno strumento di chiarezza», dice presentando il suo nuovo movimento con tanto di nome e simbolo. «Noi Repubblicani - Popolo sovrano», si chiama la neonata «cosa» che vuole contribuire a federare il centrodestra. Accanto a lei, i parlamentari forzisti Giuseppe Romele, Sante Zuffada, Luca Squeri, e l'ex senatore Mario Mantovani.

Fuori da Forza Italia se non addirittura contro? Neanche per idea. Santanchè spiega: «Ne abbiamo parlato a Berlusconi e gli abbiamo pure scritto una lettera». Non è dato sapere se l'operazione abbia avuto la benedizione del Cavaliere oppure no ma lo scopo dei «Repubblicani» è tutto berlusconiano: «Siamo e vogliamo essere dei federatori, mossi dallo spirito berlusconiano del 1994: mettere insieme quello che sembrava impossibile mettere insieme». Insomma, nasce oggi una cerniera per unire sempre di più Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia; nasce oggi, nel ventre azzurro, una costola che sposa e rilancia progetti ora diventati bandiera dei «sovranisti». Santanchè lo dice chiaro e tondo: «I temi di Lega e Fratelli d'Italia ci appartengono e ci sono sempre appartenuti; penso alla sicurezza, all'immigrazione, all'identità nazionale». E poi occorre tornare a farsi sentire sul tema giustizia: «Dispiace aver abbandonato un po' la questione del garantismo».

Tutto è partito da una cena, sotto Natale: «Eravamo in mille - racconta -: tutti consapevoli che si doveva fare qualcosa di fronte all'emorragia di consensi. Abbiamo perso per strada milioni di voti in questi ultimi cinque anni. Un terzo di elettori che oggi vota Grillo arriva da Forza Italia. Vogliamo recuperarli assieme a quelli che formano il partito più corposo, quello dell'astensione». Come? «Tenendo la schiena dritta; senza alcuna titubanza sulla direzione politica: saremo sordi alle sirene del centrosinistra, di Renzi, di Gentiloni, del Pd». Altolà alle larghe intese. Il perimetro vuole essere ampio per cui «Ben venga Parisi: siamo federatori noi». Quindi la metafora calzante: «Certo, magari la suocera ti sta un po' sulle palle ma a Natale si sta insieme». Perimetro ampio ma senza esagerare: «Dei no ci sono.

Per esempio per Alfano e tutti quelli che hanno votato Sì al referendum sulle riforme renziane». E sulle primarie vale il verbo berlusconiano: «Sì ma solo se regolamentate per legge; altrimenti sarebbero una farsa come quelle che fa il Pd. Guiderà la coalizione chi prende un voto in più tra gli alleati».

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