E sulla presunzione d'innocenza la Camera dice sì all'Europa

Con voto plebiscitario passa l'indicazione che tutela gli indagati. "Ora basta con i processi mediatici"

E sulla presunzione d'innocenza la Camera dice sì all'Europa

È fatta. Il recepimento della direttiva Ue sulla presunzione d'innocenza è stato approvato ieri dalla Camera quasi all'unanimità (solo un voto contrario e 11 astensioni, anche Fdi ha votato a favore). E il placet alla norma diventa il biglietto da visita del «nuovo corso» sulla Giustizia del Guardasigilli Marta Cartabia, in perfetta discontinuità con il suo predecessore, Alfonso Bonafede. Grazie all'opera di mediazione del nuovo ministro, infatti, è arrivato il via libera alla norma senza la rottura nella maggioranza, dove il M5s era la sola forza decisamente poco convinta dell'accoglimento della norma che amplia un principio peraltro già garantito dalla Costituzione, e che ora verrà inserito nella legge di Delegazione europea (e sarà necessario un ritorno in Aula al Senato). La Cartabia aveva lasciato poco spazio a dubbi, ricordando, nelle scorse settimane, come fosse urgente il recepimento di quella direttiva e come fosse necessaria una «effettiva tutela della presunzione di non colpevolezza, uno dei cardini del nostro sistema costituzionale».

Dopo i tentennamenti e gli attriti delle scorse settimane, insomma, l'accordo benedetto con energia dalla Cartabia ha placato gli animi e il voto quasi unanime dell'Aula di ieri ne è stata la dimostrazione, anche se la divergenza di vedute all'interno della maggioranza resta evidente. Lo dimostra anche il commento soddisfatto del sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. L'esponente azzurro dell'esecutivo, ieri, poco prima del voto ha definito «paradossale» davanti alle telecamere di SkyTg24 che ci sia stata «una battaglia per un principio, quello della presunzione di innocenza, che è già scritto nella nostra Costituzione», plaudendo comunque al ruolo della Cartabia nello spegnere il conflitto nella maggioranza. Plaude al nuovo Guardasigilli anche Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Montecitorio, felice per la «svolta importante su questo tema» imposta dal neoministro e per l'evidente «punto di discontinuità rispetto a quel giustizialismo manettaro che noi abbiamo contrastato in questi primi tre anni di legislatura», anche presentando «per primi», ricorda Zanettin, un emendamento per sollevare «il problema del recepimento della direttiva europea sulla presunzione d'innocenza di chi è imputato in procedimenti penali». Esulta anche Enrico Costa, deputato e responsabile Giustizia di Azione, altro firmatario di uno degli emendamenti per l'immediato recepimento che aveva portato al braccio di ferro con la componente pentastellata, e ora può cantare vittoria per il via libera a quell'emendamento, definito «uno stop forte e chiaro al processo mediatico, alle conferenze stampa dei Pm, ai video degli atti di indagine, ai nomi con cui si battezzano le inchieste, alle intercettazioni spiattellate sui giornali». «Abbiamo resistito quando ci chiedevano di ritirare la nostra proposta conclude Costa - o quando ci dicevano che non sarebbe mai stata approvata. Ora tutti applaudono e sottoscrivono. Anche coloro che inizialmente si sono messi per traverso».

Soddisfatto anche l'altro firmatario di quell'emendamento, Riccardo Magi, deputato di Più Europa-Radicali, che plaude al «segnale importante» arrivato dalla Camera in una fase «in cui il giustizialismo e il processo mediatico sembrano avere la meglio» e rilancia, invitando il governo «a cogliere questa occasione per rafforzare le norme a garanzia della presunzione di innocenza, che a parole viene riconosciuta ed enunciata da tutti ma nei fatti viene spesso travolta e con essa la vita e la dignità di troppi cittadini».

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