Douglas Murray è il principale pensatore conservatore inglese vivente, autore di numerosi saggi tradotti anche in Italia tra cui La strana morte dell'Europa e La pazzia delle folle. Gender, razza e identità, nei giorni scorsi ha firmato un editoriale per il “Daily Mail” sottolineando il cortocircuito delle manifestazioni pro Palestina che hanno invaso le città europee: “tutte quelle persone che riempivano le strade quando un poliziotto del Minnesota uccise George Floyd, sembrano non avere più solidarietà quando Hamas uccide gli ebrei”. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per Il Giornale.
Nelle città europee sono sempre più frequenti manifestazioni in sostegno della Palestina che sfociano in posizioni radicali con slogan per la jihad e giustificazionisti di Hamas, come si è arrivati a questa situazione?
"Per decenni l'Europa è stata leggera sull'immigtazione, abbiamo fatto arrivare molte persone dall'Africa e dal Medio Oriente e così la politica estera è diventata politica interna e i problemi esterni sono diventati interni. Oggi Israele ha i suoi problemi ma li abbiamo anche noi in Europa, non riusciamo a controllare più le nostre città. In Francia Macron ha vietato le manifestazioni pro Palestina ma le strade francesi sono state invase dai manifestanti senza riuscire a tenerli sotto controllo."
Pensa ci sia il pericolo di escalation con attacchi anche fisici contro gli ebrei e una crescita dell’antisemitismo?
"Lo stiamo già vivendo, qualche giorno fa c'è stato un tentativo di assaltare la sinagoga a Berlino, anche a Londra sono avvenuti vari attacchi antisemiti ma mi aspetto un peggioramento della situazione e un aumento di questi fenomeni. Nelle nostre città ci sono molti musulmani radicali che sono antisemiti, l'Europa ha importato negli ultimi decenni migliaia di antisemiti e oggi paghiamo questo prezzo. I primi a pagarlo sono purtroppo gli ebrei europei."
Mentre l’Europa è ormai secolarizzata e il cristianesimo sempre meno diffuso, cresce il radicalismo islamico, la crisi del cristianesimo può essere una delle cause della diffusione dell'islam radicale?
"Sì, senza dubbio. In Europa non siamo stati in grado di dire agli immigrati che devono adattarsi al nostro modo di vivere, alle nostre usanze e tradizioni, era ciò che avremmo dovuto fare ma non lo abbiamo fatto e ora ne paghiamo le conseguenze. Come ho scritto nel mio libro La strana morte dell'Europa, molti musulmani che arrivano in Europa aumentano la loro fede. Questo accade nell'Europa cristiana, o meglio post cristiana. Abbiamo aperto le porte agli estremisti, è stato il nostro più grande errore."
Il modello multiculturale ha fallito in Europa, siamo a un punto di non ritorno o è ancora possibile intervenire?
"Nel 2010 Merkel, Sarkozy e Cameron sostennero che il modello culturale avesse fallito, cosa è cambiato dopo tredici anni? Le cose oggi sono peggiorate, non abbiamo fatto nulla per l'integrazione ed è inspiegabile perché è evidente che il sistema così com'è non funziona. Potevamo tornare indietro e non lo abbiamo fatto."
Le università in cui si diffonde la cultura woke e la cancel culture, sono diventate un luogo in cui si giustificano le azioni Hamas, come è stato possibile?
"Le ragioni sono varie, senza dubbio c'è una pressione da parte dei musulmani ma le università sono ridotte molto male. C'è la volontà di imporre in tutto il mondo i temi americani, la questione delle minoranze nere americane, la critical race theory è ormai diffusa ovunque. Molti giovani nelle università credono che Israele sia uno stato colonialista e si è diffusa questa falsa dicotomia degli ebrei colonizzatori e dei palestinesi vittime. Parlano di aggressione di Israele ma non dicono nulla contro le azioni di Hamas."
Cosa ne pensa del supporto di una parte della comunità LGBT alla Palestina?
"È un suicidio, devi essere criminalmente stupido per parlare di “Queer per la Palestina”, è un po' come dire “Neri per il Ku Klux Klan” o “Polli per KFC” o “Tacchini per il Natale”. Chiunque conosce la situazione in Palestina sa che non c'è spazio per gli omosessuali. Se i gay pensano di essere oppressi in Europa (e grazie a Dio non lo sono), non è nulla rispetto a quanto farebbe loro Hamas."
Nel mancato supporto a Israele di una parte dell'opinione pubblica non crede ci sia un simbolo dell’odio verso i valori occidentali?
"Penso che sia così, c'è un problema generale nell'opinione pubblica che ha perso fiducia nell'Occidente. Odiano che Israele sia una nazione che difende se stessa, i propri confini e il proprio Stato. Anche l'Italia dovrebbe fare come Israele e difendere i propri confini, invece chi lo ha fatto come Matteo Salvini viene mandato a processo. Lo stesso è accaduto in Danimarca con l'ex ministro per l'immigrazione Inger Stoejberg che è stata condannata. Il problema, ancora una volta, è nostro, Israele fa quello che dovremmo fare noi europei: difendere la propria nazione."
In Italia abbiamo un grave problema con l’immigrazione, se dovesse consigliare al governo italiano come intervenire cosa direbbe per fermare gli arrivi nel Mediterraneo?
"Giorgia Meloni ha chiesto che l'Unione europea faccia di più sull'immigrazione ma negli anni l'Ue non ha fatto nulla, si sono alternati numerosi governi ma niente è cambiato. In Italia avete un governo di destra che è stato eletto sostenendo avrebbe fermato l'immigrazione e lo deve fare. Nulla è più importante del difendere i confini della propria nazione, se scompaiono i confini scompare la nazione. Bisogna fermare le navi con i migranti irregolari, non farle arrivare. Credo che il modello australiano promosso dall'ex primo ministro Tony Abbott sia quello giusto per fermare l'immigrazione illegale. Se la legge non funziona cambiala o fai in modo di romperla, nessuno di noi vuole vedere Roma conquistata."
Qual è la sua opinione su Giorgia Meloni e il governo italiano?
"Non sta a me dire come sta governando la Meloni, cerco di non intromettermi nella politica delle altre nazioni. In ogni caso mi sembra sia molto efficace in politica estera mentre meno su quella interna, specie per l’immigrazione."
Non pensa oggi la libertà di parola e di espressione sia in pericolo tra ideologia green, cultura woke, politicamente corretto?
"È così, ci sono molte persone indottrinate su questi temi, in particolare giovani. Bisogna provare però a cambiare le cose, è tempo di persone volenterose. Con Jordan Peterson nei prossimi giorni faremo un grande evento a Londra con oltre mille partecipanti cercando di portare avanti una visione di buon senso e lavorando per un futuro migliore per l’Occidente."
Un’ultima domanda: vede un pericolo nel salutismo come nuova ideologia liberticida (no ai cibi grassi, no al fumo, no all'alcol)?
"Molte
città occidentali hanno firmato ordinanze e leggi portando avanti queste teorie bizzarre che rigetto, non voglio un governo che mi dica cosa devo fare e come devo vivere. Il governo dovrebbe occuparsi di ben altre questioni."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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