La delusione nel mondo ebraico italiano ufficialmente non emerge, ma ormai è palpabile. Ricevendo una delegazione della Conference european Rabbis in Vaticano, il Papa ieri mattina ha rinunciato a leggere il suo discorso, scegliendo di consegnarlo ai suoi interlocutori.
Sul momento, il cambio di programma ha provocato più che altro sorpresa, dovuta anche alle recenti notizie sulle condizioni di salute del Pontefice, oltre che all'insolito ritardo (20 minuti circa) con cui l'udienza è iniziata.
«Un po' di raffreddore» ha minimizzato la sala stampa vaticana, rassicurando che «per il resto le attività del Papa» sarebbero proseguite «regolarmente». Quindi Bergoglio ha salutato con calore i suoi ospiti, più che altro laici (ma c'era anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni). Però il seguito della giornata, dopo i diversi segnali registrati nelle ultime settimane, ha consolidato l'impressione che si stesse plasticamente manifestando un gelo diplomatico fra la Chiesa e gli ebrei italiani: una forte incomprensione maturata prima con la dichiarazione dei patriarchi di Gerusalemme, giudicata «deludente e frustrante» dall'ambasciatore Raphael Schutz, poi con quello che è stato preso come un rifiuto di incontrare i parenti degli ostaggi israeliani.
Sono giorni di grandi tensioni. Incognite di inedita portata investono Israele. Fra gli ebrei della diaspora questa angoscia si somma alla preoccupazione per i rigurgiti di antisemitismo in Europa. E ciò che nel pomeriggio di ieri è stato pubblicato con firma «redazione» su «Mosaico» (sito ufficiale della Comunità di Milano) dà il senso dell'inquietudine con cui è stato letto anche il disguido romano del mattino. «Con voce forte e chiara - si legge - Papa Francesco parla con i bambini del mondo e risponde a decine di domande, dalla pace ai bambini in guerra, a cosa sogna di notte, a custodire il creato. Ma per i Rabbini d'Europa il Papa non ha voce». Una volta si chiamavano malattie diplomatiche ma questa volta di diplomatico c'è davvero poco.
Il messaggio è forte e chiaro: gli ebrei sono un popolo che è legittimo mortificare, e mentre Israele piange le vittime di un pogrom orrendo (...) l'afasia del Papa è davvero intollerabile». In serata poi, il commento, senza essere corretto, è stato firmato da un'articolista e collocato fra le opinioni, a significare che non impegna l'intera Comunità.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.