Offanengo, poco più di seimila anime a cinque chilometri da Crema. Questo piccolo borgo, conosciuto finora per le fiere, le sagre e il suo antico carnevale, ha raggiunto un primato poco invidiabile. Qui, dal primo marzo al primo aprile, le persone decedute sono aumentate del 4.000 per cento rispetto alla media dello stesso periodo calcolata dal 2015 al 2019. Nei primi tre mesi dello scorso anno l'anagrafe aveva segnalato una sola scomparsa: un uomo. Quest'anno a perdere la vita sono stati in 40. Perché, nonostante da queste parti la zona rossa non sia stata istituita, il coronavirus ha colpito con ferocia. Proprio come avvenuto nelle provincie di Bergamo e Brescia. A calcolare gli effetti letali dell'epidemia nel nostro Paese è l'Istat, attraverso uno studio che ha preso in esame i 1.689 Comuni che, dall'inizio anno al 21 marzo, hanno contato almeno dieci decessi e un aumento dei morti superiore al 20 per cento nei primi 21 giorni di marzo 2020 rispetto alla media degli stessi mesi nei quattro anni precedenti.
Emerge una fotografia dell'Italia in chiaro scuro. Con il Nord in ginocchio. Se in tutta Italia l'incremento medio della mortalità è del 20 per cento, nelle città più grandi di Lombardia, Emilia-Romagna e Marche i numeri sono molto più elevati. Il capoluogo più colpito è Bergamo, dove si registra il 382,8 per cento di decessi in più rispetto agli scorsi anni. Seguono Piacenza (+309,1 per cento), Cremona (+286,6 per cento) e Lodi (+261,5 per cento). La situazione è molto allarmante anche a Brescia, dove a perdere la vita quest'anno è stato il 203,8 per cento di persone in più, a Pesaro (+246 per cento), a Parma (+164,3 per cento) e a Crema (+322 per cento). Va meglio nelle città più grandi. Per esempio a Milano dove, nonostante i contagi rallentino meno rispetto ad altri territori, l'aumento della mortalità è del 49,3 per cento. Così come a Bologna (+22 per cento) e a Genova (+54,4 per cento). Scendendo attraverso lo Stivale, i dati sono più contenuti: a Roma, nei primi quattro mesi dell'anno, i decessi in più sono stati solo 34. E poi ci sono i casi in controtendenza di Napoli e Firenze. Qui, secondo quanto emerge dalle anagrafi locali, i defunti sono addirittura diminuiti rispetto allo scorso anno.
Ma è nei centri più piccoli, nei borghi già in parte spopolati e abitanti per lo più da anziani, che il Covid 19 sta lasciando un segno indelebile. Lo dimostra il caso di Corte Franca, poco più di settemila residenti in provincia di Brescia. Qui i decessi sono schizzati a +2.700 per cento rispetto alla media degli scorsi anni. Proprio come accaduto a Ponteranica, 6.800 abitanti in provincia di Bergamo: da queste parti la conta dei morti è del più tremila per cento rispetto al passato.
Un numero impressionante se confrontato con la situazione di Codogno, primo focolaio dell'emergenza in provincia di Lodi. Qui i decessi sono cresciuti «solo» del 384 per cento. Merito, forse, di misure di contenimento eccezionali. Arrivate troppo tardi altrove.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.