«Carabinieri infami, vendetta per Ramy» è la scritta apparsa a Roma. Antagonisti, Coordinamento anti razzismo, anarchici tentano di cavalcare la rivolta di Corvetto dopo la morte di Ramy Elgaml inseguito dai carabinieri perché non si era fermato all'alt. Oggi si terrà una fiaccolata organizzata dal Coordinamento anti razzista, che la famiglia, però, diserterà contraria a scontri e violenze.
Ieri sera in piazza Ferrara i leghisti hanno organizzato un flash mob «per dire basta alla politica inutilmente buonista della sinistra milanese e del sindaco». La Lega denuncia un' «emergenza seconde generazioni» e sulla locandina dell'appuntamento, campeggia il volto del segretario e vicepremier, Matteo Salvini, che però non ha partecipato all'iniziativa. L'europarlamentare Silvia Sardone, con una ventina di leghisti, ha coperto con vernice bianca una delle scritte contro le forze dell'ordine: «Acab, unico poliziotto buono è quello morto». Questa mattina ci sarà un presidio di Fratelli d'Italia.
Radio onda d'urto, megafono degli antagonisti, ha intervistato Ariam, una giovane di Corvetto del Coordinamento anti razzista, che si è scagliata contro la presenza della polizia. Gli agenti «danno la sensazione di più oppressione e controllo», non di sicurezza. La loro presenza «crea tensione». Nel mondo alla rovescia delle future banlieue «le persone scappano all'alt dei carabinieri - secondo Ariam - per gli abusi della polizia che sono una prassi». L'aspetto paradossale è che più o meno le stesse sigle, in appoggio alle femministe ultrà, avevano manifestato al Corvetto contro i «maranza» che importunavano pesantemente le ragazze. Gli stessi giovani incappucciati e vestito di nero, nocciolo duro della rivolta per Ramy. Fra i cavalli di battaglia del Coordinamento anti razzista c'è lo smantellamento dei Cpr. «Non tollereremo un giorno in più le nostre sorelle e i nostri fratelli vittime della detenzione amministrativa in uno stato xenofobo e segregazionista - si legge sul sito - Condanniamo la propaganda securitaria di un governo fascista». Gli alleati sono Potere al popolo, i Cobas, il Movimento migranti e rifugiati Napoli, il Collettivo rotte balcaniche altovicentino, i Giovani palestinesi, Rifondazione comunista Padova, Black lives matters Bergamo, Mediterranea saving humans di Casarini e soci. Non è un caso che si cerchi di accomunare il caso di Moussa Diarra, armato di coltello, ucciso da un agente a Verona, e quello di Ramy. «Due storie, della stessa infezione sociale» si legge su Instagram con pugno chiuso come firma. Appello alla mobilitazione raccolto dalla senatrice della Sinistra italiana Ilaria Cucchi.
Il sito di Rivoluzione anarchica annuncia «la fiaccolata commemorativa al Corvetto, quartiere dove la proliferazione razziale è norma». Il centro sociale Galipettes, più volte sgomberato, è ancora più duro sulla sua pagina Facebook con 1408 follower. Il 26 novembre postando un'immagine della «rivolta» nel quartiere Corvetto scrive: «La morte di Ramy è probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso () Fuori gli sbirri dai quartieri. Libertà per tutti e tutte». Matte O Ne, commentatore della pagina annuncia senza problemi: «Trasformiamo la giusta rabbia del proletariato sfruttato e oppresso in insorgenza rivoluzionaria!». Scorrendo la pagina anarchica è chiara la saldatura del mondo antagonista, che vuole cavalcare i disagi delle periferie allargandoli ad altri cavalli di battaglia come la «solidarietà con i compagni imprigionati in Grecia».
Le immagini di manifesti, striscioni e scritte sui muri non lasciano dubbi: «Su Gaza bombe e menzogne - contro politica e media blocchiamo tutto», «I Cpr si chiudono con il fuoco», «Secondini infami torturatori» scritto sui muri del carcere minorile Beccaria. Oppure il volantino a favore di Alfredo Cospito, terrorista anarchico, mescolando in primo piano una fedayn mascherata palestinese. E oggi tentativo di cavalcare la fiaccolata per Ramy al Corvetto.
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