"Ci sarà il secondo tempo..." Cosa accadrà tra il Pd e Conte

I dem mettono già in chiaro cosa accadrà con Conte dopo la tempesta. E spunta già la lista delle richieste. Lo scenario

"Ci sarà il secondo tempo..." Cosa accadrà tra il Pd e Conte

Il premier Giuseppe Conte ha ottenuto il sì della Camera con 321 voti favorevoli e 259 contrari, oggi è la volta del Senato. La vita del secondo esecutivo guidato dall’avvocato del popolo è appesa al filo sottile dei voti in Senato. È a Palazzo Madama, infatti, che si disputa la battaglia dei numeri che deciderà il futuro del governo giallorosso e la persistenza dei rapporti di forza nella maggioranza.

Il Partito Democratico se non mette in dubbio la tenuta del governo Conte e la sua leadership non esclude variazioni agli equilibri. “Il Governo confermerà senz'altro la fiducia, per la quale è sufficiente la maggioranza relativa. Anche perché tutti sanno che fuori da questo equilibrio, stanti i rapporti di forza parlamentari, ci si potrebbe avvitare in una crisi senza facile uscita”. Parola del prof. Stefano Ceccanti (PD) che al Giornale.it confida di non avere dubbi sulla soluzione parlamentare della crisi di governo scatenata dalle intemperanze di Italia Viva.

Da mercoledì, però, quello che potrebbe aprirsi è un nuovo capitolo dell’alleanza PD-M5S. “Le forze politiche valuteranno insieme al presidente del Consiglio se il patto di fine legislatura, una volta definito, potrà comportare modifiche alla squadra, per assicurare coerenza tra strategia e struttura, ma non per le esigenze di un partito o di un altro”, aggiunge Ceccanti.

Ieri Conte alla Camera ha stilato un programma per i prossimi anni, un programma che punta a fine legislatura - dice al Giornale.it Patrizia Prestipino, parlamentare del PD che in passato ha sostenuto la candidatura di Matteo Renzi alla guida dei dem -. A noi interessa che questo Governo operi a favore del Paese. Occorre migliorare la linea programmatica, sia che vi sia un rimpasto o un rafforzamento delle presenze del PD, oggi Conte ha detto che non vorrà tenere per sé le deleghe delle Politiche agricole e dell’Intelligence”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Andrea Romano, anch’egli un tempo molto vicino a Matteo Renzi quando era segretario del PD e pilota di un progetto riformatore: “Da mercoledì inizia il secondo tempo. La scelta di Italia Viva ha indebolito la maggioranza, il tema ora è rafforzarla. Per questo noi parliamo di un primo e un secondo tempo per risolvere questo passaggio. Il voto parlamentare, che secondo me sarà positivo, servirà a restituire la maggioranza al governo. Occorre essere più incisivi nell’azione di Governo, rilanciare il patto di legislatura, riscrivere il patto politico”.

Il rimescolamento delle carte, oltre ad avere effetti di breve periodo sulla composizione del governo, potrebbe variare gli equilibri anche delle prossime elezioni amministrative, a iniziare da quelle per il comune di Roma. “Le due forze politiche che governano l’Italia possono proporsi di governare realtà amministrative - continua Andrea Romano parlando con il Giornale.it -.Tuttavia è evidente che a Roma Virginia Raggi non può essere riproposta dal M5S perché è stata una sindaca molto, molto deludente. Se il M5S superasse la candidatura Raggi, io non vedrei difficoltà insormontabili nel definire una candidatura comune. Ma questo è solo un esempio di come il M5S può fare un passo in avanti rispetto al proprio passato, ne ha fatti tanti sui temi dell’atlantismo e dell’europeismo ma ne può fare molti di più”.

Se i rapporti di forza di un nuovo esecutivo potrebbero essere diversi, ciò che mette d’accordo i parlamentari del PD è il ruolo di Giuseppe Conte. “Il Presidente del Consiglio Conte è una sintesi importante tra il PD, il M5S e Leu, al momento non vediamo altre alternative perché Conte è la figura che riesce a rassicurare una parte di opinione pubblica - assicura Patrizia Prestipino -. C’è un accordo su Conte dimostrato dai fatti. Poi, sa, la politica cambia talmente rapidamente che da qui a sei mesi o un anno non possiamo prevedere cosa succederà”.

Tra sei mesi o un anno potrebbe esserci un altro partito sulla scena politica, quello di Giuseppe Conte che potrebbe dragare non pochi voti al Partito Democratico. “Io sono molto critico nei confronti del partito di Conte - puntualizza Andrea Romano -. La popolarità di Giuseppe Conte è meritata e legata ai risultati significativi di questo Governo anche se alcuni errori sono stati fatti.

Il tema del partito di Conte è interesse del PD non solo perché toglierebbe voti al PD, che pure è un tema importante, ma perché sarebbe una distrazione dall’obiettivo di governare l’Italia. Avremo un anno delicatissimo, dove dovremo concentrarci tutti per far uscire l’Italia dalla pandemia”.

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