L'Aula della Camera con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti (tra questi il gruppo Iv) ha votato la fiducia al Governo, sulla risoluzione presentata dalla maggioranza, dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Il voto si è svolto con chiama per appello nominale con voto palese. Domani alle 9.30 il premier interverrà anche al Senato, dove è atteso il voto decisivo.
Il voto alla Camera
Dopo una giornata di fuoco, alle 19.45 è iniziato il voto dei deputati sulla fiducia al presidente del Consiglio. L'obiettivo del premier era chiaro fin dalla vigilia: disattivare la bomba a orologeria innescata da Matteo Renzi, passando prima dalla Camera, poi dal Senato. Alle 19.40 sono terminati gli interventi per le dichiarazioni di voto ed è partita la "chiama" per procedere al voto di fiducia.
Nel frattempo si susseguono le dichiarazioni degli esponenti di maggioranza e opposizione. Il capogruppo alla Camera di Italia Viva, Maria Elena Boschi, ha usato parole emblematiche: "Credo che dall'atteggiamento che ha avuto il presidente del Consiglio in aula, sia convinto di avere i numeri. Sono più delicati al Senato, quindi tutta l'attenzione è puntata su domani. Non credo che abbiano 161 voti, la maggioranza assoluta al Senato".
Per il Partito Democratico, la strada è ancora molto stretta e il rischio di "rotolare verso una crisi di governo al buio" tutt'altro che scongiurata. Nicola Zingaretti si è presentato all'assemblea dei senatori dem ribadendo la preoccupazione per una crisi politica ancora aperta e distante "mille miglia dai reali bisogni delle persone". Eppure il segretario del Pd si è detto "sinceramente fiducioso" nel fatto che, da mercoledì, si possa ricominciare a pianificare il futuro e ha rivendicato lo sforzo che il partito sta compiendo per "costruire e sostenere un percorso corretto da un punto di vista istituzionale e forte politicamente".
La sfida finale
Archiviata la prova più facile in programma, con un risultato da molti preannunciato, Conte si giocherà il tutto per tutto in Senato. Riflettori puntati su Italia Viva. Al momento - ha sottolineato l'Adnkronos - la linea dell'astensione tra i renziani resta confermata. Anzi oggi alcuni deputati che chiedevano di votare no alla fiducia dopo la "porta in faccia" di Conte, sono stati invitati a "non cadere nelle provocazioni". Un messaggio condiviso da Renzi che lavora a tenere uniti i suoi. E l'astensione serve proprio a tenere il gruppo compatto.
Si assicura che domani al Senato non ci saranno defezioni. In ogni caso, tra i dem c'è chi è convinto che, una volta presa la fiducia e partita l'operazione di allargamento della maggioranza, se si andrà verso una stabilizzazione alcuni senatori renziani potrebbero tornare nel Pd.
Ma l'incertezza della situazione e il porsi, grazie all'astensione, in una posizione ancora dialogante dovrebbe per ora impedire fughe. Una posizione dialogante ribadita sia da Rosato che da Maria Elena Boschi ma, si evidenzia, chi ha chiuso non sono stati i renziani ma il premier Conte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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