Non abbiamo mai dato notizie agli spioni, dice Sigfrido Ranucci. È una reazione aspra, quella del direttore di Report alla pubblicazione sul Giornale di quanto riferito ai pm dall'hacker Nunzio Calamucci, arrestato il 28 ottobre per l'inchiesta su Equalize, la «fabbrica dei dossier» milanese. Calamucci, che ha scelto di collaborare con gli inquirenti, ha raccontato di essersi scambiato informazioni con l'inviato di punta del programma Rai, Giorgio Mottola. Ovviamente scoppia il finimondo.
La replica di Ranucci va letta con attenzione, perché in realtà smentisce solo una piccola parte di quanto raccontato dall'hacker ai pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro. Io passavo notizie a Mottola, ha detto Calamucci, e lui ne passava a me: descrivendo una sorta di collaborazione tra l'associazione a delinquere installata sotto il Duomo di Milano e i giornalisti d'inchiesta di Report. Ranucci ribatte: non abbiamo mai dato notizie a Equalize. Ma non nega che Mottola abbia avuto rapporti con gli «spioni». E nemmeno nega che abbia ricevuto da loro materiale utilizzato poi per i servizi tv. Materiale di provenienza quantomeno dubbia, visti i sistemi illegali utilizzati - per loro stessa ammissione - da Calamucci e dal suo capo Carmine Gallo, per decenni tra i migliori poliziotti d'Italia, passato poi a lavorare ad Equalize, l'azienda di Enrico Pazzali, presidente della Fiera di Milano.
Ranucci si arrabbia per la fuga di notizie sull'interrogatorio di Gallo ma non nega i rapporti con Equalize per il semplice motivo che non può farlo. Quando, l'11 dicembre, Calamucci ha raccontato ai pm dei suoi contatti con Report, i magistrati non sono caduti dalle nuvole, perché sapevano già dei contatti tra la «fabbrica dei dossier» e i segugi di Rai3. A aprire la finestra era stata una intercettazione ambientale in cui è lo stesso Calamucci, parlando con l'informatico Giulio Cornelli, a raccontare di avere passato notizie a Ranucci. Sintetizzano i carabinieri del Ros: «Calamucci racconta, senza rivelare il soggetto oggetto di segnalazione, come abbiano passato dei dati al giornalista Ranucci quando hanno riscontrato una situazione insanabile nei loro rapporti con la politica: Obbiettivo raggiunto eh! Noi questo volevamo inculare... aspetta.. lui mi ha detto procedi, è insalvabile.. Sigfrido... hai capito com'è l'etica di Enrico?. Cornelli conferma: Si». Sull'identità del «Sigfrido» di cui parla Calamucci, i carabinieri non hanno molti dubbi, visto che in una nota a piè di pagina lo indicano in «Ranucci Sigfrido, nato a Roma il 24 agosto 1961, giornalista Rai». «Cornelli - scrivono ancora i carabinieri - risulta collaborare attivamente con Diella Marco, socio di Vincenzo De Marzio (ex dei servizi segreti, al soldo di Equalize, ndr) il quale fornirebbe dati investigativi anche alla trasmissione di Rai3 Report, così come asserito dallo stesso in alcune conversazioni captate».
Anche l'«Enrico» di cui parla l'hacker ha un nome preciso, ed è Pazzali, il proprietario di Equalize, che - come ha spiegato Gallo - utilizza i dossier illegali per affossare gli avversari e aiutare gli amici. Stando al rapporto del Ros, Pazzali per risolvere una situazione politica «insanabile» utilizza Report. Ci sarebbe l'imbarazzo della scelta nel trovare quali vittime dei dossier di Pazzali siano finiti nel mirino anche della trasmissione tv (un nome tra tutti, quello del presidente del Senato Ignazio La Russa). Di certo Pazzali e Ranucci si conoscono direttamente: «Oggi vedo Ranucci», dice Pazzali a Gallo in una intercettazione.
Interrogato la settimana scorsa, Calamucci conferma e probabilmente spiega l'episodio cui fa cenno nelle intercettazione, e descrive un sistema consueto di passaggio di notizie a Mottola: aggiungendo il
dettaglio sullo scambio di favori, cioè sul flusso di documenti anche da Report a Equalize, che ieri Ranucci smentisce con energia.(Ma, come dice Ranucci nella sua dichiarazione: noi abbiamo il vizio di pubblicare le notizie").
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