È stata depositata nelle scorse ore la memoria difensiva dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, il quale il prossimo 3 ottobre comparirà a Catania in tribunale nell'ambito del processo sul caso Gregoretti per il quale il leader della Lega è indagato per abuso di ufficio e sequestro di persona.
Il documento è composto da 51 pagine nelle quali Salvini ha ripercorso tutte le vicende occorse tra il 27 e il 31 luglio 2019, i giorni cioè dove si è consumata la vicenda che ha poi portato al processo.
“Nessun sequestro di persona”
Tutto è partito proprio il 27 luglio 2019, quando alle ore 18:10 il porto di Augusta è stato indicato come scalo in cui ospitare la nave Gregoretti della Guardia Costiera. A bordo vi erano 135 migranti salvati il giorno prima dopo diverse segnalazioni lanciate anche via sociale soprattutto dopo che, da La Valletta, è stato chiesto all'Italia di procedere con l'operazione di recupero di alcuni barconi in difficoltà.
Il Viminale, guidato all'epoca da Matteo Salvini, ha negato lo sbarco dei migranti. Una situazione simile a quella dell'agosto 2018, quando più di un centinaio di migranti erano a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera all'interno del porto di Catania. Il diniego allo sbarco ha determinato un'indagine da parte della procura di Siracusa, secondo cui Salvini si sarebbe reso protagonista di abuso di ufficio e sequestro di persona.
Circostanze che il leader della Lega nelle sue memorie ha smentito: “Sin dalla notte del 28 luglio la nave resta ormeggiata (con assistenza e costante flusso di viveri e farmaci) – si legge nelle memorie – e il giorno dopo sbarcano i minori così come richiesto anche dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Catania. A bordo non risultano episodi di insofferenza, e anzi vengono garantiti tre pasti completi al giorno con cucine in ottime condizioni igienico-sanitarie”.
La difesa di Salvini verte dunque sul fatto che in alcun momento si è verificata tensione a bordo, semplicemente la sua sarebbe stata solo una scelta politica volta ad aspettare un segnale dall'Europa per la redistribuzione dei migranti in altri Paesi del vecchio continente. Per questo l'ex ministro, oltre alle 51 pagine del suo documento, ha inviato al tribunale di Catania altri allegati in cui si fa riferimento alle mail scambiate con la presidenza del consiglio, il ministero degli Esteri, la Commissione Europea e alcuni Paesi dell'Ue.
L'attesa dei migranti a bordo della Gregoretti secondo Salvini non avrebbe comportato danni per i diretti interessati. Il 31 luglio, dopo lo sbarco dei minori e di un soggetto con sospetta tubercolosi, a bordo erano rimasti in 115, fatti approdare poi alle 16:53 di quello stesso giorno dopo gli accordi conclusi per i ricollocamenti. Un risultato che, come ricostruito dall'ex ministro dell'Interno, si è raggiunto dopo l'interessamento dello stesso governo. Per questo Salvini tra le sue memorie cita anche una dichiarazione del presidente del consiglio Giuseppe Conte del 29 luglio: “Per quanto riguarda le ricollocazioni abbiamo sempre a livello di Presidenza, anche con l’ausilio del Ministero degli esteri, lavorato noi per ricollocare e quindi consentire poi lo sbarco”.
La presenza di scafisti a bordo
Oltre la questione relativa ai ricollocamenti, il segretario del carroccio ha fatto riferimento anche al sospetto della presenza a bordo di persone coinvolte nel traffico dei migranti. In particolare, sulla Gregoretti all'interno di uno zaino è stato scoperto un dispositivo Gps usato per l'orientamento in mare dagli scafisti. Infine, c'è un passaggio nelle memorie di Salvini in cui vengono citate le intercettazioni che hanno coinvolto il magistrato Luca Palamara, il quale in un'occasione con riferimento al leader della Lega ha scritto ad altri colleghi “ora bisogna attaccarlo”.
Salvini ha poi concluso le 51 pagine delle sue memorie con la seguente frase: “Concludo ricordando le parole con le quali ho assunto l’incarico di Ministro dell’interno: ho giurato di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione. È con questo spirito che ho sempre agito da Ministro dell’interno, nel rispetto dei miei doveri e della volontà del popolo sovrano”.
Come si è arrivati al processo
Le indagini sul caso Gregoretti sono state avviate dalla procura di Siracusa nell'agosto del 2019. Essendo Salvini ministro all'epoca dei fatti a lui contestati, il fascicolo è stato inviato al Tribunale dei ministri di Catania e alla procura etnea.
Quest'ultima aveva chiesto a settembre l'archiviazione del caso, tuttavia il tribunale dei ministri a gennaio ha disposto la richiesta per procedere al Senato. Qui sia in sede di giunta per le immunità che in seduta plenaria è stato dato il definitivo via libera al processo, che scatterà il prossimo 3 ottobre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.