La scelta di mettere il nome del Partito popolare europeo nel simbolo elettorale non è stata una scelta estemporanea dei dirigenti di Forza Italia. «È una decisione presa da tempo dai vertici del Ppe stesso - spiega il coordinatore azzurro, Antonio Tajani, che del Ppe è vicepresidente -. Si è deciso che nelle corse elettorali nazionali i singoli partiti che animano la famiglia popolare europea presentassero il nome del Ppe». È un modo, spiega Tajani, per rimarcare le radici cristiane e soprattutto i valori liberali, riformisti e garantisti che da sempre animano l'azione politica del Partito popolare europeo.
Ed è proprio dalla questione europea che parte la presentazione del programma politico degli azzurri per questa campagna elettorale. «I nostri padri nobili restano Adenauer, De Gasperi e Schuman - continua il coordinatore nazionale degli azzurri -. Noi siamo l'Europa. E soprattutto siamo quelli che hanno portato l'Europa a passare da una visione rigorista a una visione solidale. Senza la quale non si avrebbe avuto il Recovery plan». «Quello che sarà dato a Forza Italia è un voto utile che garantirà sempre e comunque l'appartenenza all'Europa - continua Tajani -, alla Nato, all'Occidente. Questa garanzia vuole essere e sarà Forza Italia perché lo ha sempre dimostrato in tutti questi anni».
I vertici di Forza Italia sono convinti che alle urne gli elettori avranno la possibilità di contare su un partito di centro, («forte e compatto», lo definisce Tajani) che non cambia posizione per qualche poltrona e che si pone in antitesi, come valori e prospettive, alla sinistra. «Ci rivolgiamo quindi al popolo dell'astensione - dice il coordinatore nazionale degli azzurri -, ricordandogli che una grande forza moderata quale la nostra può svolgere efficacemente un ruolo di garanzia di appartenenza alla Nato e alla Ue».
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del simbolo, Tajani è tornato anche a parlare del programma economico esplicitando che i progetti di portare le pensioni minime a mille euro e di introdurre la flat tax al 23% non sono senza coperture. «Bisogna aiutare il potere d'acquisto delle famiglie e soprattutto alleggerire la pressione fiscale», dice Tajani che boccia ogni ipotesi di patrimoniale o di «ennesima» tassa sulla successione. «La copertura delle nostre proposte non arriverà soltanto dalla lotta all'evasione - ricorda - ma anche dalla revisione del Catasto che consentirà di far emergere il sommerso». Il coordinatore azzurro poi torna sul tema del Reddito di cittadinanza. «Giusto aiutare chi è in difficoltà - spiega - ma quella misura è fatta per chi non può lavorare.
Ed è impensabile che un poliziotto o un carabiniere abbiano le stesse entrate di una famiglia che magari con due assegni di Rdc evita di cercare un lavoro. Impossibile accettare che ci sia gente che rischia la vita per 1400 euro e altri che per la stessa cifra se ne stanno a casa propria a non far niente».
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