Ecco perché il settore è in sicurezza

Profilo di liquidità robusto, buon mix dei ricavi e redditività.

Ecco perché il settore  è in sicurezza

Profilo di liquidità robusto, buon mix dei ricavi e redditività. Uno studio realizzato dalla Fabi, il principale sindacato bancario italiano, ha fatto emergere un quadro tranquillizzante sullo stato di salute dei nostri istituti di credito.

Scorrendo i numeri dello studio si nota come il rapporto tra totale dei crediti e non performing loan (i crediti deteriorati) delle banche italiane si attesta al 2,6 per cento. Il dato dimostra gli «effetti positivi delle politiche di de-risking, in coerenza con i principali piani industriali delle banche degli ultimi anni». Gli istituti di credito, evidenzia ancora la Fabi, vantano un profilo di liquidità solido e robusto, con un indicatore (Lcr ratio) del 176%, ampiamente distante dal 100% minimo stabilito dalle regole di Basilea. La Vigilanza dell'Unione europea e le autorità finanziarie del Vecchio continente hanno fatto tesoro di quanto accaduto con la precedente crisi globale del 2008 e chiesto alle banche di rafforzare soprattutto la loro posizione patrimoniale e i requisiti di liquidità. «La solidità finanziaria delle banche italiane dipende da tre fattori cruciali», ha commentato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «I fattori sono principalmente le regole e i controlli efficaci della vigilanza, la qualità professionale dei vertici dei gruppi e la resilienza assicurata dalle lavoratrici e dai lavoratori». Per comprendere a pieno questa solidità, è sufficiente analizzare i dati relativi a settembre 2022 e che interessano le più importanti banche europee. Complessivamente, in Europa sono 111 gli istituti di credito significativi. Il totale degli attivi di questi ammonta a 27.770 miliardi di euro e quello dei profitti supera i 92.000 miliardi. L'Italia con 12 banche significative è al quarto posto per totale di attivi (2.833 miliardi di euro) e per profitti (12.873 miliardi di euro), con un roe (return on equity) dell'8,95%, al di sopra della media dell'Unione europea. È la Francia il Paese con i valori più alti: a fronte di 10 banche significative, ha attivi per 9.472 miliardi, profitti per 25.111 miliardi con un roe del 6,21%, anche se di quasi due punti percentuali inferiore al dato dell'Italia. La Germania (21 istituti significativi) registra attivi per 5.

315 miliardi, profitti per 10.066 miliardi, con un roe ancora più basso, al 5,19 per cento. Prima dell'Italia, per attivi (3.875 miliardi) e profitti (17.813), si colloca la Spagna, che incassa un roe al 10,53 per cento.

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