Dopo settimane di trattative e colpi di scena dell'ultimo minuto con la sostituzione del candidato francese, la Commissione Ursula 2.0 è diventata realtà e ieri la von der Leyen ha svelato i nomi e le deleghe assegnate ai commissari. Tra alcune riconferme, molte new entry e qualche sorpresa, rispetto alla scorsa legislatura emergono elementi di continuità ma anche molta discontinuità, segno che potremmo attenderci delle sorprese nei prossimi cinque anni. Nel complesso la von der Leyen ha accontentato sia l'Italia sia la Francia raggiungendo l'obiettivo di una Commissione bilanciata da un punto di vista di genere con undici donne su ventisette commissari. La nuova Commissione che, come ha ricordato Ursula von der Leyen, seguirà le raccomandazioni di Mario Draghi è composta da 14 commissari del Ppe, 5 socialisti e 4 di Renew.
Il presidente è affiancato da sei vicepresidenti esecutivi tra cui spicca Raffaele Fitto che ha ottenuto la delega alla coesione e alle riforme insieme alla gestione dei fondi del Pnrr insieme al lettone Valdis Dombrovskis (commissario all'Economia e produttività, implementazione e semplificazione).
Oltre all'Italia ad aver ottenuto la vicepresidenza esecutiva sono la Francia con Stéphane Séjourné (commissario per la prosperità e la strategia industriale) e la Spagna con l'ex ministro del governo Sanchez Teresa Ribera che avrà le deleghe alla transizione pulita, giusta e competitiva. Completano la squadra dei vicepresidenti, insieme al già designato alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Kaja Kallas, la rumena Roxana Minzatu con delega alle persone, le competenze e la preparazione e la finlandese Henna Virkkunen con il portafoglio sovranità tecnologica, sicurezza e democrazia. Non ottiene invece la vicepresidenza la Polonia che porta però a casa una delega di peso come il Bilancio, anti-frode, pubbliche amministrazioni con Piotr Serafin. Nella squadra della von der Leyen sono stati riconfermati lo slovacco Maro efcovic (commissario al Commercio e sicurezza economica, relazioni interistituzionali e trasparenza) e l'olandese Wopke Hoekstra con delega al Clima, crescita pulita e obiettivi net-zero.
Tra le novità c'è invece il nuovo Commissario al Mediterraneo attribuito alla croata Dubravka uica mentre il cipriota Costas Kadis ottiene Pesca e oceani. L'allargamento passa dall'Ungheria (che ottiene salute e benessere animale con Olivér Várhelyi) alla Slovenia con Marta Kos mentre la Grecia deve accontentarsi dei Trasporti sostenibili e del turismo nonostante le iniziali richieste del premier Mtsotaks. Gli affari interni e la migrazione (portafoglio importante) vanno all'Austria con Magnus Brunner mentre il Belgio ottiene con Hadja Lahbib la Preparazione, gestione delle crisi, uguaglianza. Tra le altre deleghe occorre ricordare Ekaterina Zaharieva (Bulgaria) per Start-up, ricerca e innovazione; Jozef Síkela (Repubblica Ceca) per i Partenariati internazionali; Dan Jorgensen (Danimarca) a Energia e alloggi; Michael McGrath (Irlanda) Democrazia, giustizia e stato di diritto; Andrius Kubilius (Lituania) alla Difesa e spazio; Christophe Hansen (Lussemburgo) per Agricoltura e alimentazione. E ancora Glenn Micallef (Malta) all'Equità intergenerazionale, gioventù, cultura e sport; Maria Luís Albuquerque (Portogallo) per i Servizi finanziari; Jessika Roswall (Svezia) all'Ambiente, resilienza idrica ed economia circolare competitiva.
Tirando le somme si possono annoverare tra i vincitori (oltre l'Italia) i Paesi Baltici che ottengono portafogli chiave, la Spagna, l'Austria con l'immigrazione, il gruppo del Ppe e anche Renew che, nonostante la sconfitta alle elezioni, riesce ad avere quattro commissari.
A uscire sconfitti sono l'ex commissario francese Thierry Breton, il Belgio che sperava di ottenere un portafoglio più importante in cambio della candidatura di una donna e la Repubblica Ceca delusa dalla scelta della von der Leyen.
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