Effetto Codice sul Capodanno. Diminuiscono feriti e incidenti

Impiegate oltre 27mila pattuglie di carabinieri e Polstrada: 21% in meno di sinistri. Ritirate 356 patenti (di cui 135 per guida in stato di ebbrezza)

Effetto Codice sul Capodanno. Diminuiscono feriti e incidenti
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Un capodanno più sicuro sulle strade. Il combinato disposto delle nuove (e più severe) regole del Codice della strada e di un massiccio impiego di uomini e mezzi di forze dell'ordine ha portato a un calo di incidenti, di feriti e di morti sulle strade. I dati che saltano subito agli occhi sono la diminuzione di incidenti mortali nei 15 giorni che sono passati dall'introduzione del nuovo Codice e la diminuzione del 21% di sinistri tra il 30 dicembre e il primo gennaio.

In totale, sono state impiegate 27.200 pattuglie della Polstrada e dei carabinieri che hanno garantito controlli capillari su tutto il territorio nazionale. «L'attività di prevenzione e vigilanza ha portato a un calo del 21% degli incidenti stradali - recita il comunicato diffuso dal Viminale -. Si sono verificati: 429 incidenti stradali (rispetto ai 482 del 2024); 240 feriti (in calo rispetto ai 305 del 2024) mentre le vittime sono passate da dieci a nove». Nel corso dei controlli, sono state contestate 12.040 violazioni al Codice della strada (tra cui: 4.134 per superamento dei limiti di velocità; 538 per mancato uso delle cinture di sicurezza; 153 per uso scorretto del cellulare alla guida).

In totale, fanno sapere dal Mit, sono stati decurtati 22.127 punti patente e ritirate 357 patenti di guida, così suddivise: 153 per uso scorretto del cellulare; 135 per guida in stato di ebbrezza alcolica; otto per guida sotto l'effetto di droghe; 61 per superamento del limite di velocità di oltre 40 km/h e altre violazioni. Sono stati sottoposti a verifiche con etilometri e precursori 6.287 conducenti, con i seguenti risultati: 135 sanzioni per guida in stato di ebbrezza alcolica; otto sanzioni per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. «Un risultato - si legge nella nota del ministero dell'Interno - che dà conto dell'impegno delle Forze dell'ordine e dell'efficacia delle modifiche al Codice della strada». Un bilancio positivo dunque che porta lo stesso responsabile di Infrastrutture e trasporti a salutare i dati con viva soddisfazione. «Ringrazio di cuore gli italiani per il buonsenso che stanno dimostrando alla guida - dichiara Matteo Salvini in un video pubblicato sui social -. Inoltre dall'entrata in vigore del nuovo codice sono diminuiti del 25% i morti e a Capodanno sono diminuiti del 21% gli incidenti. Quindi è stato raggiunto l'obiettivo che il nuovo codice della strada si poneva: salvare vite e ridurre morti, incidenti e feriti».

Il vicepremier analizza anche i dati e sottolinea che il maggior numero di patenti ritirate è dovuta all'uso scorretto del cellulare alla guida perché la distrazione è la prima causa di incidenti sulle strade. «Quindi conto che i primi dati positivi di queste settimane - prevede il ministro - accompagnino un 2025 con meno morti e feriti sulle strade italiane». Su X anche il commento positivo del ministro Matteo Piantedosi. «Grazie all'impegno delle nostre Forze dell'ordine e al nuovo Codice della strada - scrive il responsabile del Viminale - c'è più sicurezza sulle nostre strade».

I dati forniti dal ministero dell'Interno non terrebbero conto, però, dei dati raccolti dalla Polizia municipale. Lo sottolinea il leader di Italia viva Matteo Renzi che si affida ai numeri forniti da Asaps (associazione che si occupa di sicurezza stradale). «È diminuita la vendita di vino ma non i morti sulle strade (più o meno stabili) - commenta l'ex premier -. I dati di Salvini infatti non considerano gli incidenti rilevati dalla polizia municipale (il 64% del totale)». Immediata la replica del vicepremier. I dati sono forniti dalle stesse fonti degli anni passati, spiega.

«Accusare di falsità perfino queste statistiche -replica Salvini - è un vergognoso attacco alle forze dell'ordine e ad al loro sforzo per rendere più sicure le strade, obiettivo che dovrebbe unire e non dividere la politica».

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