Uno dei motivi per cui Conte è sotto accusa all'interno del M5s è anche la composizione delle liste. Esterni, fedelissimi della società civile catapultati senza passare per il voto online. Figli e figliastri in una campagna elettorale in cui il leader puntava sostanzialmente ad assicurare un seggio ai nomi del suo «listino». Impresa parzialmente riuscita. Ce la fa infatti il golden boy dell'avvocato, l'ex presidente dell'Inps Pasquale Tridico. 118mila preferenze per lui nella circoscrizione dell'Italia Meridionale. Tridico, il giorno dopo, sottolinea il suo risultato personale: «Ho ottenuto il record di sempre di preferenze del Movimento, nonostante il minimo dei consensi ottenuti dal M5s». Una rivendicazione che fa storcere il naso ai parlamentari. Nel deserto grillino, con 2 milioni di voti persi rispetto alle politiche, al Sud sono staccati gli altri due eletti. L'ex deputata Valentina Palmisano (43mila preferenze) e l'uscente Mario Furore (38mila voti). In totale sono otto i nuovi europarlamentari del M5s. Sei in meno rispetto ai quattordici del 2019. Al Centro, con 26mila e 900 preferenze, ce la fa l'altra protegé di Conte, l'ex calciatrice Carolina Morace. L'altro seggio del collegio se lo contendono l'ex senatore Gianluca Ferrara e Dario Tamburrano, europarlamentare dal 2014 al 2019. I due sono entrambi intorno a quota 10mila, con Tamburrano avanti di circa 150 voti a spoglio ancora in corso a Roma. Nelle Isole salta la manager sarda Cinzia Pilo e sbarca all'Europarlamento il simbolo antimafia Giuseppe Antoci (64mila voti). Anche qui penalizzati gli esponenti del M5s a beneficio di un esterno. Le due circoscrizioni del Nord, dove il M5s è debolissimo, se le dividono una europarlamentare uscente e un altro esponente della società civile voluto da Conte. Nel Nord Ovest, con i Cinque Stelle al 6,7%, il giornalista Gaetano Pedullà batte la parlamentare europea uscente Maria Angela Danzì.
Pedullà sfiora le 16mila preferenze, a fronte delle 14mila della delusissima Danzì. Nel Nord Est la situazione è ribaltata. Il 5,7% del M5s vale l'elezione dell'uscente Sabrina Pignedoli con 15mila preferenze. Resta fuori il fondatore di Banca Etica Ugo Biggeri (10mila e 600).
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