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Gli elettori "indecisi" ​fanno tremare Sala

L’elettore di Beppe Sala? Sessantenne, mediamente colto, benestante, renziano. Sono questi i dati che emergono dalla ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano sulle primarie del centrosinistra del 6 e 7 febbraio

Gli elettori "indecisi" ​fanno tremare Sala

L’elettore di Beppe Sala? Sessantenne, mediamente colto, benestante, renziano. Sono questi i dati che emergono dalla ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano sulle primarie del centrosinistra del 6 e 7 febbraio. Secondo i dati del professor Luciano Fasano e del professor Paolo Natale mr Expo sfonda soprattutto fra pensionati e liberi professionisti, mentre fra gli impiegati perde molte preferenze a favore di Francesca Balzani. Pierfrancesco Majorino invece ha maggior presa soprattutto fra gli studenti, pur mantenendo percentuali inferiori a quelle dei rivali. Interessante il dato relativo alla collocazione politica dei votanti: tra gli elettori di Sala si registra un giudizio sostanzialmente favorevole rispetto al governo Renzi, con un giudizio complessivo di 7/10. Valutazione che scende in media a 5/10 – al di sotto quindi della soglia della sufficienza – tra chi ha sostenuto Majorino e Balzani. Sorprendente invece il raffronto fra le intenzioni di voto alle primarie del 2016 e quelle di sei anni prima, quando venne eletto Giuliano Pisapia, poi vincitore alle amministrative contro Letizia Moratti.

Se, come era prevedibile, i sostenitori di Stefano Boeri hanno scelto in maggioranza Beppe Sala, gli elettori di Pisapia (che in teoria avrebbero dovuto votare in massa la Balzani) hanno preferito comunque l’ex commissario di Expo all’attuale vicesindaco, che invece vince solo tra chi alle precedenti primarie aveva preferito Valerio Onida. Curioso infine il dato che emerge relativamente alla “lealtà” di coalizione che si prevede fra le primarie e le elezioni di giugno. Mentre gli elettori di Sala hanno da sempre assicurato lealtà a chiunque avesse vinto, altrettanto non si può dire dei sostenitori di Francesca Balzani. Rispetto al 2010, la percentuale di chi si dice pronto a votare un candidato “esterno” alla coalizione di centrosinistra sale dal 63,3% al 74,6%.

Cresce di dieci punti, dal 21% al 31% il numero degli incerti. Il dato che se ne ricava è chiaro: le elezioni di giugno – almeno per quanto riguarda il primo turno – saranno una partita aperta. Molto più di quanto non lo furono nel 2011 con la vittoria di Giuliano Pisapia.

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