Torino - «Abbiamo paura, la situazione è più grave dell'alluvione del novembre del 1994». I sindaci del Piemonte - in modo particolare quelli del Cuneese - ma anche cittadini, autorità e volontari, sono tutti d'accordo nel spiegare che l'alluvione che ha colpito il Piemonte e la Liguria, ha superato in termini di criticità quella che si è verificata oltre venti anni fa.
Sono ore di paura, angoscia ma anche rabbia per chi, spaventato guarda il livello dei fiumi alzarsi in maniera vertiginosa. Impossibile per ora quantificare i danni alle strutture e in agricoltura. «La situazione è in evoluzione e ad evento in corso non si riesce ad avere un quadro dei danni», ha sottolineato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. E ha aggiunto: «Per ora non ci risultano persone coinvolte anche grazie all'azione preventiva fatta dai sindaci perché c'era stata un'allerta rossa». Ma che la situazione sia fortemente critica, lo conferma il governatore piemontese Sergio Chiamparino: «Faremo la richiesta di stato di calamità, a cominciare dalla valle Tanaro, dove ci sono persone evacuate, negozi, opifici e campi allagati». Per tutta la giornata gli amministratori della valle, hanno monitorato il fiume Tanaro, ma anche i suoi affluenti.
«Il Tanaro così in piena è una cosa mai vista. Il fiume sta portando di tutto, anche gli alberi, che se si dovessero mettere di traverso provocherebbero una tragedia - dice il vicesindaco di Garessio, Bruno Bologna -. Tutti gli accessi dei ponti sono stati chiusi e il paese è diviso in due. Le scuole resteranno chiuse almeno fino a lunedì. Speriamo di non avere vittime, ma i danni saranno ingenti. Inoltre tutte le industrie della zona hanno chiuso, lasciando i dipendenti a casa e mettendo in sicurezza i macchinari». «Dall'alluvione del '94 - ha proseguito - è stato rifatto un ponte che era crollato, per questo non è fonte di preoccupazione. Quello che ci dà più apprensione è la struttura centrale a tre arcate, che è ottocentesco». La manutenzione del territorio e il rifacimento delle strutture sono indispensabili per tentare di arginare i danni delle esondazioni dei fiumi.
E a fronte dell'emergenza idrogeologica che sta colpendo il Piemonte e il Nord Ovest del Paese, Massimo Gargano, direttore generale dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (Anbi), ricorda «l'urgenza dell'avviare i cantieri, per i quali ci sono i progetti ed ora anche i finanziamenti».
Nonostante le precipitazioni siano state più intense di quelle del '94, la situazione può considerarsi migliore proprio grazie agli interventi fatti nel frattempo. Ma anche alla prevenzione che sicuramente ha salvato molte vite, come sottolinea Roberto Gagna, presidente provinciale della Protezione Civile di Cuneo: «La situazione è tragica; è stato colpito tutto il territorio già danneggiato.
Ma con certezza possiamo dire che non ci sono state vittime». Intanto a Lavagna, nel Genovese, sono state sospese le ricerche del pescatore che mercoledì sera era uscito per pescare lungo la foce del fiume Entella e non ha fatto più ritorno a casa.NaMur
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