
Continua il tira e molla della Commissione Ue sui temi automotive, accrescendo in questo modo incertezza e preoccupazioni nel settore. L'unico fatto concreto annunciato lo scorso 5 marzo nel Piano d'azione di Ursula von der Leyen, ovvero l'emendamento che concede lo slittamento di tre anni delle multe ai danni dei costruttori, ieri non ha ricevuto l'ok previsto da parte di Bruxelles. Sul tavolo c'è la concessione di una maggiore flessibilità alle case automobilistiche nel raggiungimento dei nuovi severi obiettivi di taglio delle emissioni di CO2, evitando così salassi pesantissimi a partire proprio dall'anno in corso. Al momento non è stata fissata una nuova data per l'adozione della proposta di modifica al regolamento sulle emissioni di CO2. Se ne dovrebbe riparlare «a giorni», come è filtrato e si auspica.
Il rinvio, però, potrebbe far pensare anche a possibili aggiustamenti pro settore (più anni? cancellazione delle sanzioni?) o a liti con i Verdi viste le reazioni contrarie delle lobby (T&E in particolare).
Intanto, i dati negativi del mercato europeo dell'auto rappresentano un segnale di allarme continuo. In febbraio le vendite sono scese del 3,1% (-2,6% nel bimestre) con Stellantis in rosso (-16,2% il mese scorso e -16,1% da gennaio). Passi indietro anche nelle quote di mercato. Tra i marchi si salva solo Alfa Romeo (+38,5% e +29,8% nei due periodi), mentre Jeep è positiva ma solo guardando a febbraio (+1%).
Tracollo per Tesla, su cui pesano polemiche e attacchi al suo numero uno Elon Musk: nella sola Ue il calo nel bimestre risulta del 49% e del 42,6% includendo Regno Unito e Paesi Efta. Quota delle auto elettriche al 15,2% da gennaio, ok la domanda di ibrido senza spina (al 35,2%), scende invece il peso combinato benzina-Diesel (38,8% dal precedente 48,5%).
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