Si terrà per la prima volta a Roma l'European Epilepsy Congress (EEC 2024). Lo annuncia Federico Vigevano (nella foto), responsabile del Dipartimento delle Disabilità dell'età evolutiva dell'IRCCS San Raffaele di Roma e presidente onorario dell'evento che si terrà al Roma Convention Center La Nuvola, da domani all'11 settembre.
Con 130 sessioni di approfondimento, 400 speakers internazionali, mille poster presentati e oltre 3mila partecipanti provenienti da tutto il mondo la 5 giorni di studio, giunta ormai alla 15° edizione, è una grande opportunità di confronto sulle ultime novità sull'epilessia per tutti i professionisti dell'ambito in Europa e nel mondo. «È il congresso scientificamente più valido a livello internazionale - dichiara Vigevano - nel corso del quale gli esperti affronteranno tutti i temi inerenti lo sviluppo della disabilità intellettiva, gli avanzamenti terapeutici nel trattamento delle crisi nelle varie età - dal neonato all'anziano - anche con terapia genica, le prospettive neurochirurgiche, fino all'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale».
Nel corso della convention saranno diversi i contribuiti di Vigevano che interverrà alla Welcome Ceremony di domani ma anche a varie sessioni con dei focus sulla presa in carico dei pazienti pediatrici nella fase adulta, sull'uso dell'elettroencefalogramma pediatrico (EEG) per la verifica della maturazione cerebrale del bambino e sulle varie comorbilità neuropsichiatriche, quali disabilità intellettiva e autismo, che si incontrano nelle epilessie più severe ad esordio precoce. In particolare in merito al legame tra autismo ed epilessia Vigevano punta il dito sull'importantissimo ruolo che gioca l'anomalia genetica come emerso di recente anche da uno studio pubblicato su Science Advances secondo cui, grazie all'uso dell'intelligenza artificiale, è possibile decifrare il codice genetico del disturbo. «Il fenotipo dell'autismo varia in base al tipo di anomalia genetica: cioè, ad esempio, i tratti autistici dei pazienti con sindrome di Dravet (una forma particolare di epilessia) sono diversi da quelli che hanno una epilessia dovuta alla anomalia genetica PCDH19» spiega il professore.
«Di conseguenza vi è la necessità di terapie che non solo blocchino le crisi, ma che anche incidano sull'evoluzione clinica in generale». Ricerca, innovazione e tecnologia si intrecciano quindi per accendere un faro sulla malattia che interessa circa 1 persona su 100 nel mondo e affligge 500mila italiani.
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