Esplode in Russia gasdotto strategico per i flussi alla Ue. Ipotesi sabotaggio

L'incidente, in cui sono morti tre operai, arriva 24 ore dopo l'accordo sul price cap. Il prezzo del metano vola, ma poi ribassa

Esplode in Russia gasdotto strategico per i flussi alla Ue. Ipotesi sabotaggio

Appena trovata la quadra in Ue sul tetto al prezzo del gas, esplode un tubo in quel gasdotto che era la principale via verso l'Europa. Una sezione dell'Urengoy-Pomary-Uzhgorod, lungo 4.500 chilometri e gestito da Gazprom, è deflagrata ieri pomeriggio uccidendo tre operai e ferendone uno. Si tratta della più grande via di trasporto del gas, che transita attraverso l'Ucraina e giunge in Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca.

Già nel 2014 si era verificata un'esplosione lungo il gasdotto nella regione ucraina di Poltava e in quell'occasione il ministero dell'Interno ucraino aveva parlato apertamente di sabotaggio. Il rogo di ieri «segue» idealmente le esplosioni al Nord Stream nel Baltico del novembre scorso e si inserisce di diritto nella schiera degli eventi geopolitici legati al dossier energia post invasione dell'Ucraina.

«La sezione danneggiata del gasdotto è stata prontamente localizzata. Il gas viene trasportato completamente ai consumatori attraverso gasdotti paralleli», ha dichiarato Gazprom Transgaz Nizhny Novgorod in una nota mentre il governatore della Chuvashia, Oleg Nikolayev, ha precisato che non è chiaro quanto tempo ci vorrà per riparare la sezione danneggiata.

Secondo il ministero federale dell'Economia non ci sarebbero effetti sulle forniture o sui prezzi del gas in Europa. «Stiamo monitorando molto da vicino la situazione dell'approvvigionamento e al momento non possiamo rilevare effetti rilevanti sull'approvvigionamento di gas nell'Ue - ha commentato un portavoce del ministro Robert Habeck - Per la compagnia russa Gazprom ci sono alternative anche ad altri gasdotti». Gazprom ha puntualizzato che prevedeva di pompare 43 milioni di metri cubi di gas in Europa attraverso l'Ucraina, un volume in linea con i giorni scorsi, ma che se rapportato allo scorso anno rappresenta solo il 5,4% dei 155 miliardi di metri cubi di gas naturale che l'Europa ha importato dalla Russia. UrengoyPomaryUzhgorod è un gasdotto di proprietà di Gazprom e di Naftogaz, che nasce a Yamalo-Nenets Autonomous Okrug (Russia) e termina a Zakarpattia Oblast (Ucraina). Entrato in funzione nel 1984, da anni è sotto osservazione perché il sistema di trasporto sconta una cattiva progettazione e necessita di una manutenzione straordinaria in caso di cambio repentino di flussi, come ad esempio un aumento anomalo di pressione.

Cinque mesi fa Gazprom aveva imposto un aumento della pressione sul gasdotto principale senza preavviso, suscitando la reazione di Kiev circa potenziali rischi per il normale funzionamento: identico cliché verificatosi nel 2009 sul gasdotto in Turkmenistan.

Ventiquatt'ore prima dello scoppio era stato raggiunto un accordo sul price cap: ovvero a partire dal 15 febbraio l'Europa applicherà il tetto, così come da indicazioni di Mario Draghi, linea su cui è rimasta fedele Giorgia Meloni, con l'effetto di avere un raffreddamento dei prezzi. La reazione di Mosca? Secondo il vice premier russo con delega all'energia Alexander Novak, l'introduzione del price cap al gas in Ue è «una decisione politica, non economica», che può portare l'Europa ad «una mancanza» di gas. Il meccanismo di correzione scatterà quando al Ttf di Amsterdam le quotazioni mensili del gas naturale supereranno la soglia di 180 euro a megawattora per tre giorni. In questo modo la Russia ha praticamente perso il mercato europeo del gas: attualmente la maggior parte delle forniture di gas all'Europa sono di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti e dal Qatar, nonché dalla Norvegia e dall'Algeria. Il prezzo ieri ha chiuso in calo a 105,5 euro al megawattora dopo aver toccato un minimo di 100 euro per megawattora.

Nelle stesse ore in Germania, a Duisburg, è esplosa una condotta del gas, ferendo quattro persone accanto a una stazione di servizio.

Nel cielo si è sollevata una grande nuvola di fumo, sul distretto occidentale di Mündelheim, diretta verso Krefeld. Le fiamme sono state spente da 50 vigili del fuoco. Chiusa la strada B288 e il ponte sul Reno in entrambe le direzioni con lunghi ingorghi.

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