In Austria il Paese guidato dal cancelliere Kurz deve fare i conti con gli ultimi scandali che ha visto coinvolto l’ormai ex vicecancelliere Heinz Christian Strache, della FPOe. Secondo i primi exit poll di Vienna, il Partito popolare (Oevp) del cancelliere Sebastian Kurz è in testa con il 34,5% dei voti, con circa sette punti in più rispetto al 2014. Al secondo posto il Partito socialdemocratico (Spoe) con il 23,5%, stabile rispetto alle elezioni europee precedenti. Con lo scandalo del cosiddetto Ibiza-gate, l'estrema destra del Partito delle libertà (Fpoe) ottiene il 17,5%: un risultato simile (seppur il lieve calo) a quello ottenuto nel 2014 quando registrò il 19,7%. Il voto in Austria dunque rafforza il governo di Kurz e in chiave europea potrebbe avere delle conseguenze anche sull'Italia.
Infatti proprio alcuni esponenti dell'esecutivo austriaco nelle ultime settimane hanno messo nel mirino Salvini che aveva chiesto uno sforamento dei paletti imposti dall'Europa. In un'intervista al quotidiano austriaco "Salzburger Nachrichten", il titolare del Tesoro austriaco ha affermato: "Non si può escludere che l’Italia non si evolva in una nuova Grecia Quando un governo non si attiene con tutta evidenza alle regole in fatto di debito, regole sulla quale ci siamo accordati nella UE, e se la cava senza pagare pegno e per di più pretende l’allentamento dei criteri di stabilità dell’euro, è un chiaro segno che c’è bisogno della riforma UE proposta dal avanzata da Kurz per sanzioni più dure". Per l'Austria dunque siamo la nuova Grecia. E così lo stesso Tria ha risposto a tono: "Non credo che l’Austria abbia pagato quanto l’Italia che è il terzo contributore. Per questo invito gli amici europei a pensare prima di parlare". Ora, con un esito del voto che vede i popolari in testa, di fatto è probabile che in sede europea le richieste del governo austriaco possano trovare più spazio.
Spazio che troverà anche la Germania che si affida nuovamente alla cancelliera Angela Merkel. Infatti secondo i primi exit poll è in vantaggio la Cdu di Angela Merkel con il 25%. Seguono i Verdi con un exploit al 20,5%, Spd con il 15,5% e Afd quarta con il 10,5%. In Grecia invece tiene il partito del premier Tsipras. Syriza è in testa con il 26,6%, Nuova Democrazia al 22,7%. Infine in Slovacchia, dove si è votato ieri, gli exit poll danno in vantaggio i filo-europeisti. A Cipro secondo i primi exit poll vincono i conservatori del Disy con il 28-32% dei voti, che appartiene alla famiglia del PPE. Al secondo posto il partito comunista Akel, membro del gruppomeuropeo Gue/Ngl col 26-30%.
Secondo i primi exit poll delle europee in Francia, pubblicati sul sito del quotidiano belga Le Soir, il Rassemblement National di Marine Le Pen sarebbe il primo partito. La lista guidata da Jordan Bardella dovrebbe attestarsi tra il 23 e il 25%. Al secondo posto arriverebbe la lista Renaissance - espressione del partito del presidente Emmanuel Macron, "La Rèpublique en Marche" - guidata da Nathalie Loiseau. La formazione europeista dovrebbe ottenere un risultato compreso tra il 19 e il 22%.
Il
partito Fidesz, del presidente ungherese Viktor Orban, viene dato nelle stime per le elezioni europee al 56%, in netto vantaggio rispetto ai socialisti di Mszp (10%) e alla Coalizione democratica (Dk) al 10%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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