Per Fabio, Daniela e Lorenzo il lungo applauso della folla

Esequie officiate dall'arcivescovo di Milano Delpini, in migliaia hanno voluto dare l'addio alla famiglia massacrata

Per Fabio, Daniela e Lorenzo il lungo applauso della folla
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Tre bare affiancate, quella al centro è bianca. Sul pulpito per l'omelia l'arcivescovo Mario Delpini. E la richiesta dei familiari dei defunti: niente fiori, ma offerte all'associazione Kayros di don Claudio Burgio, il cappellano del Beccaria, il carcere minorile in cui è detenuto il 17enne autore reo confesso della strage in famiglia di Paderno Dugnano. Ieri ai funerali delle vittime, Fabio di 51 anni, la moglie Daniela di 48 e il figlio minore Lorenzo di 12, hanno partecipato un migliaio di persone. «Di fronte all'incomprensibile tragedia - ha detto monsignor Delpini - la parola del Signore ci aiuta a decifrare l'enigma e a raccogliere da Lorenzo, Daniela, Fabio il cantico della vita e della speranza giovane di un fratello, l'intensità dell'amore misterioso di una mamma e la responsabilità della parola vera di un papà».

Le esequie si sono svolte nella chiesa di Santa Maria Nascente a Paderno. L'ingresso e la piazza erano decorati con fiori bianchi e palloncini azzurri. Nella chiesa c'erano familiari, vicini, amici e compagni di scuola delle vittime, rappresentanti delle istituzioni e cittadini. Molte anche le persone rimaste all'esterno. «Mi immagino - ha esordito Delpini - che accogliendo Lorenzo il Signore Dio gli abbia detto perché sei qui, così giovane? Da dove vieni? Che cosa sono queste ferite? Che cosa è stato della tua vita?. Io mi immagino che Lorenzo abbia risposto sono qui a causa di mio fratello, il mio fratello grande, il mio fratello intelligente, è stato lui che ha interrotto il mio incubo notturno, mentre avevo l'impressione di essere inseguito da un mostro. E mi sarei svegliato, penso, come al solito spaventato e rassicurato di essere ancora vivo ma in quella notte non mi sono svegliato, a causa di mio fratello, il mio fratello grande, il mio fratello intelligente». L'arcivescovo ha poi immaginato la risposta che Lorenzo avrebbe dato a Dio sul significato della propria vita: «La mia vita è stata un inizio, la mia vita è stata un sogno. Forse qualcuno dirà che la mia vita è stata un niente. Ma invece io voglio essere un inno alla vita, io voglio vivere, mio fratello mi ha impedito di diventare grande e inseguire sogni, ma continuo a vivere in questa gloria della tua casa. Io voglio stargli vicino sempre, io voglio consolare le sue lacrime, voglio calmare i suoi spaventi, voglio sperare con lui e per lui».

La messa all'inizio è stata interrotta da uno sconosciuto che ha raggiunto l'altare per pronunciare parole insensate: «Cardinale, le chiedo tre minuti, ho io la soluzione per fermare questa emorragia, per chi uccide le donne, bisogna trasformarli in pezzi di ricambio». L'uomo è stato bloccato dai carabinieri e allontanato. Per i funerali il Comune di Paderno ha proclamato il lutto cittadino «in segno di vicinanza al dolore dei familiari e per testimoniare il comune e profondo sentimento di cordoglio dell'intera comunità padernese». Nella cittadina alle porte di Milano sono state sospese tutte le manifestazioni pubbliche ed esposte le bandiere a mezz'asta negli edifici comunali. A mezzogiorno i cittadini sono stati invitati a osservare un minuto di silenzio.

Quando le bare sono uscite dalla chiesa, sono state accolte da un lungo applauso. Poi un ragazzo della banda giovanile ha intonato il Silenzio fuori ordinanza con il trombone, lo strumento che il piccolo Lorenzo stava imparando a suonare.

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