Però adesso un po' di pace per Eitan, il bambino diventato orfano a sei anni dopo aver perso entrambi i genitori e il fratellino nell'incidente sul Mottarone, ci vorrebbe proprio. E invece la faida familiare per Eitan continua, feroce e assatanata combattuta a colpi di ripicche, rapimenti, contro rapimenti. I nonni materni contro gli zii paterni, Israele da una parte, l'Italia dall'altra. In mezzo, tirato strattonato e reclamato c'è lui. Ieri l'ennesima e triste puntata di questa lite che si è divorata i confini del buon senso, del lecito. La zia paterna, Aya Biran, si è presa Eitan e ha spento il cellulare, chiuso i contatti con i nonni paterni che lo aspettavano. «Non si fida di loro e li ritiene pericolosi», ha detto il suo avvocato. Un gesto ancor più insensato visto con la lente della razionalità, perchè arriva proprio dopo la sentenza del tribunale israeliano che le aveva appena dato ragione. Il piccolo sarebbe dovuto infatti tornare con lei a Pavia dove vivevano. Poteva essere una decisione che metteva un punto e invece niente: forse la troppa paura di perderlo di nuovo, forse i confini del buon senso e del lecito ormai troppo sfumati da mesi di lotte. «Eitan è a Tel Aviv ma la zia non lo fa vedere ai nonni» hanno spiegato i legali. Il giudice israeliano ieri mattina ha dunque emesso un provvedimento in cui intimava di far incontrare entro le 16 i Peleg il bimbo che in questa fase dovrebbe stare ancora con gli zii e i nonni in modo alternato. Il diktat del giudice sarebbe però stato ignorato anche se riferisce una fonte, il piccolo non sarebbe sparito ma si troverebbe in città e dovrebbe incontrare a breve Gali Peri, la zia materna. I nonni materni di Eitan hanno subito denunciato la scomparsa del bimbo, e hanno raccontato di aver perso i contatti con Aya Biran lunedì pomeriggio: «i nonni non riescono a parlare con la zia Aya, che non risponde al telefono. Avrebbe dovuto riportare il bambino a casa del nonno Schmuel Peleg, in base alle disposizioni del tribunale israeliano, ma non lo ha fatto», ha detto l'avvocato Sara Carsaniga, che fa parte del pool di avvocati che assistono i nonni materni Schmuel Peleg e Esther Cohen. «La nonna ha fatto denuncia alla polizia israeliana, che sta avviando le ricerche del bambino. I nonni si sono anche rivolti al Tribunale di Tel Aviv», per denunciare il comportamento della zia paterna, che ha contravvenuto alle disposizioni del giudice. Da quanto si è saputo, lunedì pomeriggio la zia Aya avrebbe presentato una memoria tramite il suo avvocato israeliano per dire che il nipote avrebbe corso dei rischi in compagnia dei nonni materni Schmuel Peleg e Esther Cohen, dicendo di ritenerli «pericolosi» per l'equilibrio del nipote. Il nonno «si è rivolto al Tribunale di Tel Aviv per ristabilire la custodia congiunta del bambino».
«Aspettiamo una decisione», ha aggiunto Solomon precisando che «quello che è successo lunedì è quello che accadrà se Aya Biran riporterà il bambino in Italia. Di certo cercherà di escludere i nonni materni dalla sua vita».
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