Falchi e scorretti: la squadra di Trump

Un marine anti-Pechino alla sicurezza nazionale. Rubio subito in guerra con Hamas e Cuba

Falchi e scorretti: la squadra di Trump
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La diplomazia dell'amministrazione Trump 2.0 invia un chiaro messaggio a Pechino. Mentre Xi Jinping punta a corteggiare gli alleati americani in Europa e Asia come difesa contro il protezionismo del presidente eletto, sullo sfondo dei timori di una raffica di dazi in arrivo, Donald Trump ha ufficializzato che Michael Waltz sarà il suo consigliere per la sicurezza nazionale, una scelta all'insegna della linea dura contro il Dragone. Il deputato, ex colonnello delle forze speciali «Berretti Verdi», è ancora una volta un fedelissimo del tycoon, ma soprattutto un falco anti-Cina, oltre ad aver criticato aspramente la politica estera di Joe Biden nei confronti dell'Ucraina e a sostenere che l'Europa deve impegnarsi di più.

E secondo indiscrezioni di diversi media Usa per il ruolo di segretario di Stato si attende la nomina imminente del senatore della Florida Marco Rubio, di origini cubane, che sarebbe il primo titolare di Foggy Bottom ispanico. Rubio, eletto alla Camera Alta nel 2010, si oppone alla normalizzazione delle relazioni con l'Avana, ed è sempre stato un falco in politica estera, adottando posizioni intransigenti nei confronti di Cina e Iran. Sulla guerra in Ucraina di recente ha dichiarato che serve «una conclusione», oltre a essere un convinto sostenitore di Israele, con posizioni spesso dure sul conflitto mediorientale. All'inizio di quest'anno ha accusato Biden (che oggi riceverà il tycoon alla Casa Bianca per un ideale passaggio di consegne) di cedere agli «antisemiti» del partito democratico quando ha criticato le azioni di Tel Aviv a Gaza, mentre in un video diventato virale su X in queste ore, ha sostenuto che «il 100% delle vittime civili» nella Striscia «è responsabilità di Hamas, i cui miliziani si nascondono dietro i civili e sotto gli ospedali».

I due saranno gli architetti della politica estera «America First» di Trump, con il presidente entrante che ha promesso di porre fine ai conflitti in Ucraina e in Mediooriente, ed evitare ulteriori coinvolgimenti militari americani. Ieri è arrivata anche la nomina di Mike Huckabee, ex governatore dell'Arkansas, come ambasciatore in Israele. Riguardo il Dragone, poi, è atteso un serio irrigidimento considerate le opinioni particolarmente aggressive di entrambi, che vedono il gigante asiatico come minaccia e sfida alla potenza economica e militare Usa. Sul fronte della Sicurezza Interna, un'altra casella fondamentale, Trump ha scelto ancora una fedelissima, la governatrice del South Dakota Kristi Noem, come rivela la Cnn. Noem era stata nella rosa dei candidati per la carica di vicepresidente, ma i rapporti sono cambiati dopo che nel suo libro ha rivelato di aver ucciso il suo cane da caccia di 14 mesi, Cricket, perché «inaddestrabile». Infine, alla guida dell'Environmental Protection Agency, l'agenzia per l'Ambiente, andrà l'ex deputato di New York Lee Zeldin: «È stato un vero combattente per le politiche America First e garantirà una deregolamentazione giusta e rapida fissando nuovi standard sull'ambiente, che consentiranno agli Stati Uniti di crescere in modo sano e ben strutturato», ha affermato il tycoon in una nota.

Intanto Robert F. Kennedy Jr. suggerisce che la nuova amministrazione Trump dovrebbe «agire in fretta» per attuare enormi cambiamenti al National Institutes of Health, inclusa la sostituzione di ben 600 persone che lavorano all'agenzia federale. «Vogliamo che il 21 gennaio (il giorno dopo l'Inauguration day, ndr) 600 persone entrino negli uffici del Nih e 600 se ne vadano», ha detto Kennedy, riferendosi al più grande centro di ricerca medica del mondo.

L'ex candidato indipendente diventato alleato di The Donald ha sostenuto a lungo che le agenzie sanitarie federali sono state «catturate» dall'industria farmaceutica che dovrebbero regolamentare, paragonandola alla «corruzione» che ha avuto un impatto negativo sulla salute e la sicurezza degli americani. Intanto, sospesa fino al 19 novembre la decisione sulla possibilità di annullare la condanna di nel processo legato alla vicenda di Stormy Daniels.

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