Tutti e due licenziati: il «paziente» Juan Bernabé e il dottor Gabriele Antonini che aveva fatto un'operazione molto delicata, applicazione di «protesi peniena» (volgarmente detta «allungamento del pene»). Bernabé e Antonini erano legati, fino a ieri, alla Lazio da un rapporto di collaborazione. Ma dopo lo «scandalo» il presidente Claudio Lotito è stato irremovibile: «Lesa l'immagine della nostra società. Io vado a Messa ogni domenica e su certi valori morali non guardo in faccia a nessuno». La vicenda - a base di «aquila Olympia, uccello simbolo della Lazio» e di «protesi peniena» del suo (ex) falconiere ufficiale - si presterebbe a facili ironie. Troppo facili. Quindi meglio evitare. Ma la storia resta comunque imbarazzante. Ci limitiamo ai fatti, sintetizzabili in quattro fasi.
Prima fase, del tutto legittima: Juan Bernabé, 57 anni - di professione falconiere del rapace che da 14 anni vola sull'Olimpico prima di ogni partita dei biancocelesti - decide di farsi impiantare un «dispositivo medico utile ai pazienti affetti da grave deficit erettile». Seconda fase, francamente incomprensibile: Bernabé ha la balzana idea di condividere il «film» dell'operazione chirurgica postando un video sui social che diventa immediatamente virale (e pure un po' «virile» considerato che l'intervento di «rafforzamento» sessuale è perfettamente riuscito). Terza fase, che sta facendo polemica: la società Lazio comunica il licenziamento del falconiere, non ovviamente per la «protesi peniena», ma per la divulgazione del video (fin troppo esplicito) di Bernabé, «in diretta» sotto i ferri, in una sorta di riedizione sanitaria di «Tutto il calcio minuto per minuto». Quarta fase, inevitabile: ad essere licenziato dalla Lazio è anche il medico sociale, Gabriele Antonini, l'urologo che ha impiantato la protesi a Bernabé e che poi ha condiviso col paziente video e fotografie dell'intervento. «È colpevole di volersi fare pubblicità», ha sentenziato il presidente Lotito a proposito del dottor Antonini, un nome autorevole che fa parte del Board Internazionale dei 20 maggiori esperti mondiali nell'implantologia protesica peniena.
Da una parte dunque la S.S. Lazio Spa, «allibita nel vedere le immagini del sig. Juan Bernabé e nel leggere le dichiarazioni che le hanno accompagnate»; dall'altra Bernabé - «convinto mussoliniano» - che difende il proprio comportamento, ribadendo al Giornale nelle fasi concitate del licenziamento: «Non capisco tutto questo clamore. Non ho fatto niente di male. Credo che il sesso faccia bene e la sessualità sia importante». E poi: «Se l'operazione me l'avesse fatta un medico inglese o americano la gente si sarebbe interessata a questo, visto che me l'ha fatta un italiano non si è capita l'importanza dell'operazione». Bernabé difende inoltre lo «scopo medico» del video: «Io non dovrò più utilizzare farmaci, potrò fare l'amore quando vorrò io. Questo era il messaggio che volevo far arrivare a tante persone che possono avere problemi». «Scopi medici» che però non hanno convinto la Lazio, da sempre squadra del cuore di Juan: «Comportamenti gravi. Abbiamo interrotto ogni rapporto», la nota del club presieduto da Lotito.
Prima del benservito della Lazio, Juan aveva rilasciato varie interviste senza risparmiare dettagli: «Ho fatto l'intervento per aumentare le mie prestazioni sessuali perché sono molto attivo». E poi: «Un intervento meraviglioso, l'ho fatto per essere prestante come quando ero giovane. La mia erezione è naturale ma con questo dispositivo premo un pulsante che mi permette di poter controllare perfettamente sia l'erezione che la tempistica». Ora, da disoccupato avrà ancora più tempo per poter «premere il pulsante».
Intanto gli aquilotti laziali sono alle prese con un rebus: chi volerà al posto di Olympia? Per ora, a librarsi nel cielo mediatico è solo la notizia ripresa dalle maggiori testate internazionali, comprese Bbc e New York Times. Con tanto di risate in redazione. Oh, yes!
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