Davide Faraone non ritratta nulla di quanto ha scritto sulle colonne della Stampa. Di più: intervistato da Antonio Pitoni, rincara la dose affermando che le occupazioni "furono esperienze e occasioni di condivisione, iniziative culturali e sociali, momenti di aggregazione e di partecipazione democratica che, come quelle di oggi, hanno in comune il tema centrale intorno al quale ruotavano: la riforma della scuola di cui anche allora si discuteva".
Tutto normale, dunque. Le occupazioni sono un bene per le scuole e non un'occasione per perdere giornate di studio. Ed è per questo che il sottosegretario ha parlato di "legalizzazione e di autogestione programmata, come un momento di crescita da affiancare alla didattica", che, tradotto, potrebbe significare una cosa simile: alla prima ora italiano, alla seconda matematica e dalla terza alla quarta autogestione. Intervallo e, infine, ancora matematica (oppure autogestione, a seconda di cosa vogliano fare gli studenti).
Ciò che conta per Faraone è "riaccendere quella passione civile che oggi rischi di spegnersi" e, per farlo, si sacrifichi pure l'insegnamento.
Poco importa se poi, quando saranno adulti, gli attuali studenti italiani non sapranno scrivere o non avranno mai apprezzato Manzoni. Ciò che conta è ravvivare la passione civile. A qualsiasi costo. Anche a quello di avere una generazione di ignoranti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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