E dopo gli attacchi ai virologi e ai camici bianchi, ora è il turno dei farmacisti. Nel mirino dei no vax ci finiscono loro, colpevoli di «alimentare gli interessi delle multinazionali» non più solo con i vaccini ma «con i tamponi a pagamento». Qualche giorno fa sono comparse le scritte spray «I vaccini uccidono» e «Farmacia nazista» di fronte alla farmacia del presidente dell'Ordine di Ravenna, a Cuneo e Trento sono state assalite alcune vetrine. Ed ora è toccato al presidente di Federfarma Marco Cossolo, minacciato di morte via Twitter. «Sarà trovato con un colpo alla nuca» ha scritto un militante no green pass. Parole talmente oltre i limiti dell'insulto che la federazione si è trovata costretta a denunciare il mittente.
Cossolo, che è stato appena incaricato dal commissario Figliuolo di fare «opera di persuasione» su chi non si vuole vaccinare, incassa la solidarietà del ministro alla Salute Roberto Speranza, dei colleghi e dei medici, abituati ad essere denigrati e insultati sui social da quasi due anni. Per intenderci, dal famoso giorno dopo l'applauso dei cittadini partito dai balconi di tutta Italia per «i camici bianchi salvatori della patria» a inizio lockdown.
«Sono atti di grave inciviltà - denuncia il presidente dell'Ordine dei medici Filippo Anelli - Del resto ormai per la categoria le minacce sono all'ordine del giorno, soprattutto sui social. Tanto che noi siamo arrivati a lasciar correre e a denunciare alle autorità solo i messaggi più pesanti e potenzialmente pericolosi. C'è un disagio sociale molto alto, ma non dimentichiamoci che l'anno scorso a quest'ora molti, me compreso, chiedevano un nuovo lockdown totale perchè i contagi stavano salendo in maniera molto preoccupante. Non siamo più in quella condizione grazie ai vaccini».
«Simili minacce - sostiene Andrea Mandelli, presidente della Federazione farmacisti Fofi - sono inconcepibili nel momento in cui i farmacisti stanno compiendo tutto il possibile per rispondere alle necessità di questo periodo. Di contro però stiamo incassando quotidianamente la solidarietà dei cittadini, che ci ringraziano e che capiscono il valore del nostro lavoro».
Le minacce no vax arrivano proprio nel momento in cui le farmacie sono riuscite a triplicare la mole dei tamponi rispetto a qualche settimana fa per abbreviare le code e rendere i test più rapidi. «La mole di lavoro post green pass - spiega Mandelli - è molto più alta rispetto allo scorso anno ma eravamo preparati e ora stiamo migliorando sempre più il servizio». Eppure sembra non bastare mai perchè una parte dei no vax si lamenta dei costi: 15 euro a tampone sembrano troppi. «Un prezzo più basso non riusciamo a sostenerlo - spiega il presidente di Federfarma Roma, Andrea Cicconetti - . Dobbiamo tener conto dei costi delle norme di sicurezza, della struttura da mettere in piedi, del personale da pagare per fare i tamponi, dei tamponi, del trasferimento dei dati al sistema regionale: c'è un lavoro di backoffice notevole».
«C'è una minoranza di persone che quando viene a fare il tampone protesta e minaccia - interviene Andrea Cicconetti, segretario Federfarma Roma - Solidarietà a Marco Cossolo per le minacce ricevute. Purtroppo in questo clima di nevrosi capita anche questo. La maggior parte della gente viene e fa il tampone senza problemi, però c'è sempre quell'1% di personaggi un po' violenti che quando vengono a fare il tampone protestano, aizzano. Ovviamente - prosegue - questa gente poi sui social impatta e spopola.
L'80% di chi fa il tampone è gente non vaccinata, poi ci sono anche persone vaccinate da poco e ancora non hanno il green pass e infine ci sono persone che fanno tamponi per controlli di routine o bambini sotto i 12 anni che non possono essere vaccinati e hanno avuto un caso di positività a scuola».
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