Roma - La sostanza non cambia. La normativa riguardante la fatturazione elettronica entrerà regolarmente in vigore il primo gennaio. Il governo non fa passi indietro in merito alla questione e lo ha ribadito il ministro dell'Economia. «Disporre termini differenziati per l'introduzione degli obblighi della fatturazione elettronica - ha tagliato corto Giovanni Tria durante il question time in Senato - introdurrebbe elementi di notevole complessità per gli operatori e per la gestione quotidiana delle fatture».
La risposta del ministro era indirizzata soprattutto ai rilievi contenuti in un'interrogazione firmata da un gruppo di senatori di Forza Italia, che hanno fatto proprie le preoccupazioni già espresse la settimana scorsa dal Garante della privacy. I senatori parlano di «Stato inquisitore» e chiedono che, posticipando l'entrata in vigore della fatturazione elettronica lo Stato venga incontro agli imprenditori per non causar loro ostacoli e difficoltà che la nuova gestione delle fatture comporterebbe. «Con l'immediata introduzione della fatturazione elettronica - ha spiegato Anna Maria Bernini - alle piccole e medie imprese, agli artigiani, ai commercianti e agli altri destinatari di questa nuova incombenza fiscale arriverà una mazzata, di nuove spese e disbrigo di pratiche burocratiche, che rischia di mettere in forse la loro stessa esistenza».
Non convince, poi, la sbandierata necessità che la fatturazione elettronica sia stata messa a bilancio in quanto - sostengono i tecnici del ministero dell'Economia - comporterà un incasso maggiorato da parte dello Stato di quasi due miliardi di entrate fiscali. Cifra questa ovviamente già prevista nella manovra. «È una previsione aleatoria - ribattono da Forza Italia -. Ecco perché chiediamo di ritardarne l'introduzione magari prevedendo una gradualità, distinguendo tra le imprese in relazione alla loro dimensione e al numero di occupati e prevedendo un adeguato periodo di sperimentazione».
«Disporre termini differenziati per l'introduzione degli obblighi della fatturazione elettronica - ha replicato Tria - introdurrebbe elementi di notevole complessità per gli operatori e per la gestione quotidiana delle fatture. La fatturazione elettronica è un processo simmetrico che vincola non solo il soggetto emittente ma anche il ricevente».
Le risposte del ministro, però, non hanno convinto i senatori forzisti. «Ci aspettavamo una risposta politica - ha commentato Dario Damiani - e invece Tria si è limitato a leggere una paginetta di dettagli tecnici e burocratici.
Non deve essere il cittadino, tanto meno l'imprenditore che deve semplificare l'attività dell'Agenzia delle Entrate. È esattamente il contrario, la semplificazione deve essere al servizio dell'imprenditore che di questi tempi è quasi un eroe a tenere in vita la propria attività».
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