«Se si saltano i passaggi per una riapertura graduale le conseguenze potrebbero essere molto gravi». Anthony Fauci torna alla ribalta e lancia un duro monito sui rischi di una ripartenza troppo rapida degli Usa. Il virologo, membro della task force della Casa Bianca sul coronavirus, ieri mattina è stato sentito (in remoto) in un'audizione davanti alla commissione sanità del Senato, e ha avvertito che «il rischio reale è quello di innescare un'epidemia che non si è più in grado di controllare». «Quello che mi preoccupa è che se nel riaprire non si seguono le varie fasi indicate nelle linee guida delle autorità sanitarie, sarà difficile evitare nuovi picchi che possono portare a nuovi focolai e a una nuova ondata di contagi», ha spiegato Fauci durante la sua prima (e attesissima) apparizione davanti al Congresso da quando il presidente Donald Trump ha dichiarato l'emergenza nazionale a marzo per il Covid-19.
Dopo di lui, sono intervenuti anche il direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) Robert Redfield, il commissario della Food and Drug Administration (Fda) di Stephen Hahn, e il sottosegretario alla sanità Brett Giroir. «Ho paura che se non agiamo tutti insieme e ignoriamo le linee guida la situazione, già oggi pessima, possa peggiorare in autunno o in inverno», ha spiegato ancora Fauci. Il «pericolo di aprire prematuramente», per l'esperto di malattie infettive, è il rischio di «epidemie multiple»: «Ciò non solo comporterà inutili sofferenze e morte, ma ci farebbe tornare indietro nella nostra ricerca per tornare alla normalità». Qualsiasi allentamento delle restrizioni - a suo parere - porterà a nuovi casi, ma questi potrebbero essere gestibili fintanto che gli stati disporranno delle infrastrutture adeguate. «La capacità di rispondere con identificazione, isolamento e tracciamento dei contatti, determinerà se è possibile continuare ad andare avanti mentre si tenta di riaprire l'America». Attualmente negli Stati Uniti si contano oltre 80mila decessi per il virus, ma secondo il virologo «il numero delle vittime probabilmente è molto più elevato del bilancio ufficiale». E sul vaccino? Anche in questo caso Fauci ha invitato alla cautela, affermando che ci vorrà ancora tempo. La speranza è di passare alla nuova fase della sperimentazione a fine primavera, inizio estate, e raccogliere i risultati a fine autunno. Questo però non vuol dire che il vaccino sarà pronto per essere messo a disposizione del pubblico, anzi, molto probabilmente ciò avverrà fra un anno o due. Quindi, ha definito «eccessivo» pensare che ci possa essere un vaccino o una cura per permettere un rientro di milioni di studenti nei campus e nelle scuole pubbliche a fine agosto: «Bisogna essere realistici».
Trump, da parte sua, ha annunciato 11 miliardi di dollari per finanziare i test per il coronavirus in tutto il paese, sottolineando che ad oggi negli Usa sono stati condotti oltre 9 milioni di test, circa 300 mila al giorno. «Avremo la meglio sul virus», ha assicurato il presidente. E Giroir ha previsto che gli Stati Uniti saranno in grado di testare fino a 50 milioni di persone al mese entro settembre.
Alla Casa Bianca, intanto, è scattato l'obbligo della mascherina per tutti i membri dello staff che entrano nella West Wing, l'ala dove si trova lo Studio Ovale e tutti gli uffici presidenziali. Una decisione presa dopo i casi di contagio, tra cui quello della portavoce del vice presidente Mike Pence.
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