Fdi, dietrofront sul carcere ai giornalisti

Ritirato l'emendamento, ma anche Fi valuta una stretta. "No alla licenza di diffamare"

Fdi, dietrofront sul carcere ai giornalisti
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Vertice di maggioranza oggi in Commissione Giustizia del Senato per fare il punto sull'iter parlamentare del ddl Diffamazione. Nelle intenzioni dei legislatori la norma dovrebbe portare modifiche alla legge sulla stampa per tutelare in maniera adeguata i «soggetto offesi dalla pubblicazione diffamatoria» ma evitando, come si legge nel testo introduttivo del ddl, «un rischioso sconfinamento nell'esercizio del diritto di cronaca spettante al giornalista».

Lo sconfinamento però c'è stato, stando alle critiche sollevate dall'emendamento presentato dal senatore di Fratelli d'Italia Gianni Berrino, che prevedeva anche il carcere (fino a 4 anni) per i cronisti. «La necessità di procedere con celerità all'approvazione del ddl sulla diffamazione - spiega lo stesso senatore - mi ha convinto a ritirare gli emendamenti presentati che in ogni caso, è bene ricordarlo, alleggerivano sensibilmente le pene attualmente previste. Procediamo spediti immaginando altre tutele per l'eventuale vittima innocente. Coniugare libertà di stampa con tutela della persona offesa nella sua onorabilità sociale rimane la stella polare di FdI».

Al vertice di oggi sarà presente la presidente della Commissione giustizia di Palazzo Madama, Giulia Bongiorno, insieme con lo stesso Berrino e i capigruppo in Commissione: Erika Stefani della Lega, Pierantonio Zanettin di Fi e Giovanna Petrenga di FdI.

Prendendo atto del passo indietro di Berrino la Commissione farà una prima ricognizione sugli altri emendamenti già depositati nelle scorse settimane. «La cosa importante - avverte Zanettin - è che ormai è chiaro che il centrodestra non vuole il carcere per i giornalisti, ma intende procedere con norme ordinate e per risolvere i problemi legati alla diffamazione». Sul tema interviene anche il capogruppo azzurro in Senato, Maurizio Gasparri. «Bene che si sia chiarito che la maggioranza non ha mai inteso ripristinare il carcere per i giornalisti che si rendano colpevoli del reato di diffamazione - spiega - .

Forza Italia è sempre e innanzitutto per la libertà, che però non deve in alcun modo essere confusa con una licenza di diffamare. Pretendiamo quindi venga migliorato e reso più incisivo l'obbligo di rettifica, che deve avere dimensioni e caratteristiche paritarie, e chiediamo un aumento delle pene pecuniarie e disciplinari per chi sbaglia».

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