Osservando la grafia di Matteo Salvini (clicca qui) balza subito all’occhio la poca chiarezza dovuta alla premura e all’impazienza emotiva; l’aspetto grafico, la struttura e la fisionomia delle lettere rimangono comunque abbastanza leggibili anche perché ha scelto di utilizzare lo stampatello per il bisogno di farsi capire. Tuttavia, non possiamo esimerci dal notare che la scrittura mette in risalto una natura dinamica e impaziente, soprattutto quando un’idea gli si affaccia alla porta della mente.
Possiamo dire che egli possiede una struttura temperamentale tra il sanguigno e il collerico (almeno secondo la teoria di Ippocrate); infatti, possiede un carattere iperattivo, alla ricerca continua di azioni con le quali compensa l’ansia di prestazione. Pertanto, egli non si sofferma su tematiche personali, ma è portato a vivere dinamicamente nella società, creando continui rapporti umani e spostandosi di continuo, affascinato com’è dalle novità.
Fondamentalmente ottimista, ha bisogno di mettersi in mostra per essere il personaggio del momento, consapevole di poter dare molto e di essere d’aiuto al prossimo. La sua aggressività, peraltro di tipo verbale, è indicata dai tagli delle “t” posti all’apice superiore delle aste, e dalla buona occupazione dello spazio.
Matteo Salvini, che si voglia o no, appartiene alla categoria degli aggressivi e quindi degli uomini produttivi, almeno secondo Erich Fromm. Così si spiegano certe espressioni esagerate, frutto in fondo di emotività, ma mai di astio o malevolenza. Inutile, quindi, scandalizzarsi quando egli si è fatto vedere col rosario in mano; una scaramanzia, che peraltro è usato da tanti calciatori che si fanno il segno della croce ad ogni entrata in campo.
I suoi modi possono apparire provocatori, ma sono animati da una fede politica incrollabile, per cui è difficile che egli provi sentimenti di “vendetta basati
sull’invidia”.La dinamicità, la sicurezza e la combattività si evincono da una firma con una ricca paraffa posta sopra il nome a indicare la necessità di protezione e la voglia di non retrocedere in una condizione sociale passata.
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