Cesare Cunaccia
Giuseppe Penone, poetico interprete delle suggestioni, della mistica, delle infinite valenze estetiche e dei misteri del mondo naturale, è tra maggiori artisti italiani sulla scena mondiale. Nato a Garessio, in Piemonte, nel 1947 fra i primi esponenti del movimento dell'Arte Povera, esordisce a Torino alla fine degli anni Sessanta con opere incentrate sul suo corpo e usando materiali artificiali. Ora è il protagonista di una personale dal titolo Matrice, inaugurata ieri al Palazzo della Civiltà Italiana a Roma, sede della Maison Fendi. La mostra è la prima tappa di un itinerario tra arte, storia e contemporaneità voluto dal brand, che ha destinato ad esposizioni e installazioni il pianterreno del Colosseo Quadrato. La personale di Giuseppe Penone (aperta fino al 16 luglio) ribadisce l'impegno di Fendi nel sostenere le maggiori espressioni della cultura odierna e nella salvaguardia del patrimonio artistico. «Siamo orgogliosi di collaborare con Giuseppe Penone - afferma Pietro Beccari, Presidente e Amministratore Delegato del brand - in questa prima mostra ambientata nel simbolo delle nostre radici romane che, come promesso, continuiamo a rendere fruibile ai romani e ai turisti di tutto il mondo. Penone è un artista italiano di fama internazionale con il quale condividiamo la passione per la creazione, per il più eccelso savoir-faire e per l'incessante dialogo tra tradizione e modernità, valori cardine di Fendi». Curato da Massimilano Gioni, Direttore Artistico del New Museum di NY e Direttore della Biennale d'Arte di Venezia nel 2013, questo evento si snoda intorno a una selezione di lavori storici di Giuseppe Penone e su un nucleo di altri site specific appositamente realizzati. Si tratta di quindici opere dagli anni '70 a oggi, in gran parte inedite in Italia. L'effetto complessivo, estraniante e perfino esoterico, suggerisce l'idea di una natura ricreata in interno e sviluppatasi quasi magicamente tra le navate marmoree dell'edificio littorio. «Ho visto prima lo spazio del Palazzo- racconta l'artista - e ho immaginato cosa potesse funzionare in quel contesto: un dialogo solenne fra natura e cultura, tra storia e tempo biologico e le sue mutazioni». La mostra prende il nome da una realizzazione dell'artista del 2015, che appunto si intitola Matrice. Un tronco d'abete della lunghezza di trenta metri diviso in due parti e scavato seguendo un anello di crescita, in modo da far emergere in superficie tutto il passato della conifera, la sua storia e e sue trasformazioni successive. «Un negativo dell'albero a una certa età - continua Penone- La mostra è nata dall'interesse personale di Pietro Beccari per il mio lavoro. Vi porto una visione della scultura che non è retorica - conclude - in contrasto con il carattere celebrativo e scenografico, delle tante valenze storiche del luogo» Ma Fendi non si ferma qui. Infatti, donerà un'opera dell'artista alla città di Roma.
«Foglie di Pietra», due maestosi alberi di bronzo rispettivamente alti 18 e 9 metri, che tengono sollevato nel vuoto un blocco di marmo da 11 tonnellate, sorgerà in primavera in Largo Goldoni, proprio davanti alla boutique Fendi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.