Fi critica la kermesse di Conte "Passerella, non soluzione"

Tajani ribadisce: "Stati generali? No, confronto solo nelle sedi istituzionali". Calabria: il Family Act non va

Fi critica la kermesse di Conte "Passerella, non soluzione"

Continua il pressing di Forza Italia sul premier Conte per riportare il confronto sul futuro del Paese nelle sedi appropriate. Mentre Palazzo Chigi sposta l'attenzione dei media sulla «cornice» mondana di Villa Pamphilj, gli azzurri insistono per riprendere il «dialogo» nelle sedi appropriate. «Conte - commenta l'azzurro Marco Marin - non è stato votato dagli italiani, e la conseguenza di questo è che non vive la democrazia parlamentare come una necessità. Conte va agli Stati generali come un professore a un convegno». Manca insomma del pragmatismo necessario per affrontare la crisi. Quello stesso pragmatismo e senso delle istituzioni che vedono in Berlusconi il primo motore. Atteggiamento che, stando ai sondaggi, premia. Sondaggi che, sussurrano in molti, stanno mostrando un andamento costante e continuo che ha un indubbio significato. Dall'inizio dell'anno e, segnatamente, dal momento in cui la pandemia ha portato il centrodestra a dividersi sul rapporto con gli aiuti di matrice europea, la base del consenso di Forza Italia si è allargata. L'ultima fotografia l'ha scattata Technè che mostra il centrodestra in netto vantaggio rispetto alla compagine avversaria. E soprattutto vede il partito di Berlusconi avanzare lentamente ma con costanza, portandosi adesso all'8,4%. Inoltre su domande precise come la più scontata («quale la migliore soluzione per affrontare la crisi?») soltanto il 19% degli intervistati chiede il ritorno alle urne. Un terzo pensa semmai a un governo di unità nazionale.

Ancora ieri il vicepresidente del partito, Antonio Tajani, tornava a rimarcare la posizione azzurra sugli Stati generali (in questo caso non molto lontana da quella di Lega e Fratelli d'Italia). «Non serve una passerella come gli Stati generali - spiegava l'azzurro - ma un confronto a Palazzo Chigi o in Parlamento. Meglio prima della kermesse di Villa Pamphilj in modo che il governo possa arrivare al confronto le parti sociali conoscendo anche le proposte dell'opposizione».

E le proposte sono molte. Proposte che ovviamente hanno in alcuni casi il colore di critiche tutt'altro che velate. A cominciare dall'ultima «idea» del premier e della sua maggioranza: il Family Act. «Perché queste proposte non le hanno subito inserite nel Dl rilancio? Questo è il solito gioco delle tre carte fatto sulle esigue risorse a disposizione». Commenta la deputata azzurra Annamaria Calabria. Sempre a proposito del Dl Rilancio, Sestino Giacomoni si chiede: «Ma il governo, invece di pensare alla patrimoniale, non potrebbe detassare totalmente i risparmi di chi investe nella crescita del Paese, ossia nelle nostre imprese?» Mentre Mariastella Gelmini, capogruppo azzurro a Montecitorio, torna a parlare di riforma taglia-burocrazia. «La fase 3 stenta a decollare - commenta -, le risorse promesse arrivano col contagocce, le imprese faticano a riaprire. I dati Istat ci dicono che in questi mesi sono cresciuti gli inattivi piuttosto che mettersi in gioco e contribuire alla ripartenza del Paese.

Per tutti questi motivi abbiamo presentato una proposta di legge per semplificare l'azione amministrativa, subordinare l'avvio delle attività solo a verifiche ex post, fermare la richiesta indiscriminata di documenti quando questi sono già in possesso dell'amministrazione, e una riforma organica del Codice degli appalti».

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