“Lottare contro le multinazionali, i grandi gruppi finanziari e le banche". Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, in questa lunga intervista, ci spiega che la sua prima missione politica è la difesa dei diritti sociali dei più deboli.
Ma quando e perché ha deciso di far politica?
“Ho iniziato a far politica a 13 anni quando mi sono iscritto all'istituto tecnico di una periferia torinese, sostanzialmente per combattere contro le ingiustizie. Mio padre, per darci da mangiare, lavorava 13 ore al giorno: 8 ore alla Fiat e 5 in carrozzeria. Vedevo la fatica che faceva ed era un mondo che non mi piaceva molto”.
La Fiat, per lei, è sempre stata il nemico?
“Beh mio padre ci ha lavorato per 36 anni. La Fiat, a Torino, era La Stampa che gli operai chiamavano la bugiarda, la Juve e la fabbrica. Era un sistema che, con gli occhi di oggi, si può definire una modalità di socializzare le perdite facendosi finanziare dallo Stato e privatizzare i profitti. È più o meno la stessa cosa che ha fatto Fca Stellantis quando hanno preso i dividendi per la fusione con la Peugeot e sono riusciti a farsi dare, senza condizionalità, un prestito garantito dalla Sace di 6,3 miliardi di euro nella primavera dell'anno scorso, chiudendo tutti i concessionari, disattendendo tutte le commesse per l'indotto e avendo la sede legale in Olanda. È stato un capolavoro di cinismo e odio per l'Italia e per i suoi lavoratori”.
Cos'è per lei il comunismo?
“È la socializzazione dei grandi mezzi di produzione e l'affidamento della gestione a chi lavora. Non è certo la socializzazione delle piccole imprese, dei negozi e degli artigiani. Nessuna di queste categorie deve temere il socialismo. Devono temere le grandi multinazionali. La Stellantis, senza Elkann, saprebbe produrre automobili? Certo che sì! Le autostrade, senza Benetton? Lo saprebbe fare chiunque anche perché i Benetton non hanno mai fatto manutenzione...Le autostrade continuerebbero a funzionare anche senza la concessione ai Benetton. Una grande piattaforma pubblica di e-commerce con commercianti italiani potrebbe esserci e, in questo, modo si affosserebbe Amazon che non paga le tasse. Questo è il comunismo”.
Come ha vissuto gli anni di piombo? Ha un ricordo particolare di quel periodo?
“Grandi idealità ma un clima che è bene che le nuove generazioni non rivivano. Nel 1977 avevo neanche 18 anni e già mi erano venuti ad aspettare sotto casa tre volte".
Come giudica il Pd di Letta? Secondo lei, è un partito di centro, di destra o di sinistra?
“È un processo che dura da prima dello scioglimento del Pci. Quei dirigenti che hanno sciolto il Pci e fatto prima il Pds e poi il Pd sono oggettivamente la parte conseguente delle multinazionali e delle banche perché hanno strizzato gli occhi a questi poteri. Sono i peggiori traditori. Il Pd è il peggio che c'è, è il nemico”.
Renzi è di destra?
“Dare un'attribuzione ideologica ai personaggi della politica istituzionale oggi è un'arrampicata sui vetri. Renzi è uno che si fa gli affari suoi, se li faceva prima quando ha iniziato a far politica e ha continuato a farseli dopo quando ha diretto il Pd al 40% così come oggi dirige Italia Viva al 2%. Ma non è un'unicità di Renzi. Vorrei inventare una macchina della verità che consenta di prendere tutti i dirigenti politici, di centro, di destra e di sinistra, e scoprireste che l'ideologia è pari a zero. Gli affari propri sono al 100%”.
Cosa pensa del governo Draghi?
“È il percorso finale per capovolgere l'asset del secolo scorso quando la politica comandava sull'economia. Poi, poco alla volta, la finanza e l'economia, almeno da 25 anni, sono arrivate alla pari della politica. Oggi la politica non conta assolutamente niente al punto che abbiamo un banchiere come presidente del Consiglio. Per questo motivo mercoledì 2 giugno manifesteremo nelle principali città italiane sul tema della Repubblica italiana che deve andare ai lavoratori per i diritti sociali e per la sicurezza sul lavoro”.
Lei è antieuropeo?
“Io sono fortemente contro l'Unione Europea. Se, poi, parliamo di Europa come continente, siamo tutti europei, ma io sono selvaggiamente contro l'Unione Europea. Tutto quel che è successo non è stato un caso, non è stato un errore. Ma è stata la volontà delle classi dirigenti di depauperare i popoli di questi nostri Paesi”.
In cosa si differenzia il suo essere contro l'Ue dal sovranismo di Salvini?
“Quello di Salvini è un sovranismo di cartone. Ipotizziamo di essere un marziano e di aver visto Salvini un anno e mezzo fa: lo abbiamo visto contro l'Ue, contro l'euro e per il multilateralismo in politica estera. Se lo vediamo adesso, Salvini è al potere con l'uomo più conseguente al potere europeo e alle lobby bancarie. Non solo. Lo vediamo anche a favore dell'Ue e anti-russo e assolutamente piegato alla gabbia euro-atlantica. Evidentemente è il virus che ha preso stando accanto ai Cinquestelle che hanno detto una cosa e hanno fatto tutt'altro”.
Eppure sull'immigrazione le sue idee non si discostano più di tanto da quelle di Salvini...
“Si differenziano da quelle di Salvini perché noi, sì siamo contro le migrazioni forzate, ma proponiamo tre soluzioni diverse. Primo, cessare le guerre. Secondo, cessare il rapporto economico diseguale tra le economie dell'Occidente e quelle di quei Paesi. Terzo, costruire dei canali umanitari controllati per i profughi. Per il resto, siamo convinti che la retorica dei porti aperti e quella dei porti chiusi sono pura propaganda e due facce della stessa medaglia. E, infatti, quelli che vogliono i porti aperti governano con chi vuole i porti chiusi”.
Perché è contrario al ddl Zan?
“Perché se vogliamo parlare di difesa contro gli atti discriminatori dobbiamo andare a monte e aggiungere una semplice riga nell'articolo 3 della Costituzione che parla di pari dignità. Oltre al sesso, genere, razza ecc..bisognerebbe aggiungere di 'orientamento sessuale'. Punto. Questa versione del ddl Zan è un modo per fare propaganda e non per centrare i problemi e inserisce un elemento di possibile interpretazione anche della libertà d'opinione. Se davvero questi signori del Pd avessero a cuore la battaglia contro discriminazioni, cambierebbero l'articolo della Costituzione oppure in subordine aggiungerebbero la definizione alla legge Mancino. Sono convinto che il Pd preferisca perdere la battaglia sul ddl Zan, per poi, farci la campagna elettorale”.
Qual è il più grande errore della sinistra italiana?
“Subire l'influenza culturale del radicalismo, cioè sostituire la centralità dei diritti sociali con quella dei diritti civili. Che di per sé non sono sbagliati, ma la sinistra italiana già a partire dalla mutazione genetica del Pci che cominciò negli anni '70-'80 cominciò proprio da qui”.
E il suo più grande errore qual è stato?
“Fidarmi di Fausto Bertinotti per due anni. Dovevo contrastarlo già dall'inizio. Io votai a favore della segreteria Bertinotti anche se Rifondazione Comunista fu fondata da Armando Cossutta”.
E, invece, qual è la sua più grande paura?
“Io non ho paura di niente. Ho paura per il futuro dei nostri giovani”.
Neanche del Covid ha avuto paura?
“No. Io non faccio pubblicità perché sono cose private, ma ho accarezzato la morte parecchie volte in questi anni. Non ho certo paura del Covid”.
Secondo lei, com'è stata la gestione del Covid sia da parte del governo Conte e sia del governo Draghi?
“Il Covid esiste, è una malattia che si può curare principalmente con la medicina territoriale di prossimità. Ci si può curare a casa, ma questo il governo Conte non l'ha voluto fare. Inoltre, siamo stati indirizzati solo sui vaccini, ma si è preferito avere 500 morti al giorno piuttosto che vaccinare le persone con lo Sputnik, solo perché bisognava stare dentro la gabbia euro-atlantica”.
Ma il Partito Comunista si potrebbe mai alleare col M5S che ha fatto il reddito di cittadinanza e si ergono come paladini dei deboli?
“Noi facciamo solo alleanze sociali. Possiamo parlare con l'elettorato popolare che ha votato Cinquestelle, Lega o che non va a votare. Il M5S ha fatto il contrario di quel che ha detto. Io, diversamente da loro, sono un politico serio".
Ultima domanda. Lei è tifoso del Toro perché la Juve è di proprietà degli Agnelli?
“Mi sembrerebbe già un'ottima ragione.
Detto questo, mio padre che era operaio della Fiat mi diceva in dialetto: 'Mi raccomando, figlio mio, del Torino, comunista e non farti mai mettere i piedi in testa da nessuno'. E io ho seguito i consigli del mio povero padre”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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