Il fidanzato di Giada non parla. "Indizi gravi, resta in carcere"

Favero non risponde al gip. Non accettava la fine della relazione. Attesa per l'autopsia

Il fidanzato di Giada non parla. "Indizi gravi, resta in carcere"
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Resta in carcere Andrea Favero, l'uomo accusato di aver ucciso la compagna 33enne Giada Zanola gettandola da un cavalcavia sull'A4. Pur non convalidando il fermo perché non ci sarebbe il pericolo di fuga, il gip di Padova ha disposto la custodia cautelare in carcere per i gravi indizi di colpevolezza, ritenuti «gravi, precisi e concordanti».

Così come discordanti sono sembrate da subito le ricostruzioni del 39enne: nel verbale della polizia dice di non ricordare «se siamo saliti sul gradino della ringhiera che si affaccia sull'autostrada», poi parla del litigio con Giada in casa, lei che minaccia di andarsene via e «di non fargli più vedere il figlio», infine racconta della donna che esce dall'abitazione e che si avvia a piedi verso quel cavalcavia, a meno di un chilometro. Proprio lì dove è precipitata nella notte tra martedì e mercoledì. Favero ha raccontato di continui litigi, ha spiegato che la compagna aveva annullato il matrimonio fissato per settembre, ma inizialmente ha negato di aver ucciso la donna alla quale nella notte aveva anche inviato messaggi sul cellulare. «Una messinscena», l'ha definita il pm. Per gli inquirenti, invece, lui era geloso e non accettava la fine della relazione né che potesse iniziare un nuovo lavoro nell'attività gestita dall'uomo che ormai frequentava. Ecco perché chi indaga esclude che Giada Zanola si sia tolta la vita.

«Si trovava in una posizione di forza nei confronti del compagno, che accudiva lei stessa ed il figlio, aveva una relazione affettiva con un'altra persona e si accingeva a cambiare lavoro». Quel che è certo è che alle 3.30 di notte il camionista era con lei sul cavalcavia che si affaccia sull'A4. Ma alle 7.30, mentre il corpo della compagna veniva straziato da un tir in corsa, lui era in casa a dormire. È forse questa la più sospetta delle circostanze. E ieri, di fronte alle domande del giudice nell'interrogatorio di garanzia, Favero ha fatto scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere. Nelle stesse ore si teneva l'autopsia su una salma martoriata dal passaggio di auto e camion in autostrada.

Gli esami, svolti dal dottor Claudio Terranova dell'Università di Padova, serviranno a ricostruire l'ora esatta della morte e a capire se la ragazza sia stata picchiata prima di essere gettata dal cavalcavia. Sono stati disposti anche gli esami tossicologici: saranno fondamentali per capire se quella notte avvolta nel giallo la donna sia stata anche drogata.

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