Fillon e il caso Penelope: "Errore averla assunta ma la candidatura resta"

Il numero uno gollista cerca di riconquistare consensi. E in procura spuntano altre accuse

Fillon e il caso Penelope: "Errore averla assunta ma la candidatura resta"

«Ho commesso un errore per cui chiedo scusa, ma niente di illegale. Non c'è motivo di ritirare la mia candidatura. Non c'è un piano B». Mostra coraggio e sangue freddo, François Fillon, che ieri ha riunito la stampa nel quartier generale dei Républicans per riconquistare l'immagine dell'uomo retto e irreprensibile. Il candidato della destra, sotto accusa da 15 giorni dopo le rivelazioni del settimanale Canard Enchaîné sul presunto impiego fittizio della moglie come assistente parlamentare, non si limita a dirsi vittima di «linciaggio mediatico». Fa una dichiarazione patrimoniale in diretta, sua e della moglie. Elenca proprietà e conti in banca. Ma soprattutto rivela il compenso netto percepito mensilmente da Penelope, definita in modo sibillino «collaboratrice», annunciando che sarà pubblicato online.

«In media 3.677 euro netti al mese, salario perfettamente giustificato per una persona con una laurea in lettere e in legge spiega una somma che nel suo insieme può diventare spettacolare». Trattasi di 831mila euro lordi in poco più di dieci anni non consecutivi a partire dal 1988; prima con lui, poi con Marc Joulad, il deputato che lo ha sostituito quand'era primo ministro, poi di nuovo come assistente di Fillon: «Mai stato un impiego fittizio». Stessa difesa per il contratto a due dei suoi figli (circa 45mila euro a testa in 15 mesi): «Sono vittima di un attacco di violenza inaudita, tutti i fatti evocati sono legali e trasparenti. La pratica di assumere familiari come collaboratori parlamentari è molto diffusa, e non l'ho inventata io. Capisco però che certe abitudini, pur perfettamente legali, se un tempo erano accettabili da parte dei cittadini, ora non lo sono più. Me ne sono reso conto, e infatti tre anni fa ho interrotto il contratto di mia moglie. Ma troppo tardi. È stato un errore, me ne pento amaramente e chiedo scusa ai francesi». La procura è però costantemente al lavoro, con Le Monde che aggiunge nuovi elementi dall'inchiesta. La magistratura indaga sul titolo di Grande ufficiale della Legion d'Onore attribuito dall'ex premier nel 2010 a Marc Ladreit de Lacharrière, il milionario proprietario della Revue des Deux Mondes che due anni dopo assunse la moglie Penelope come consulente editoriale. Si ipotizza come contropartita. Fillon insiste: «Per dieci giorni avete tentato di uccidere politicamente un uomo, rendetevene conto. Ma non sta al sistema mediatico giudicarmi, spetta ai francesi decidere». E a chi cita le statistiche per cui due su tre gli consiglierebbero di mollare, dice: «Sapete cosa penso dei sondaggi, vi ricordo che per due anni avete spiegato, sondaggi alla mano, che non avevo nessuna chance di vincere le primarie. Ma niente può farmi cambiare idea.

Sono candidato alle presidenziali per vincere». Oggi riunione dei parlamentari per inaugurare «l'inizio di una nuova campagna» e rinverdire un programma che «disturba il disordine stabilito». Il 23 aprile e il 7 maggio il voto verità.

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