Il Financial Times incorona Giorgetti

Dopo che Politico ha definito Giorgia Meloni «persona più potente d'Europa», un altro membro del governo italiano ha ricevuto un riconoscimento internazionale. Si tratta del capo del Tesoro Giancarlo Giorgetti che The Banker, mensile del Financial Times, ha scelto come ministro delle Finanze dell'anno 2024. Tra le motivazioni si cita «l'essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici, con un piano a lungo termine per ridurre l'enorme rapporto debito/pil del Paese».

Il Financial Times, punto di riferimento dell'informazione finanziaria europea, non si può certo annoverare tra le testate che usano fare sconti all'Italia. Ed anche stavolta, infatti, spiega che fare il ministro delle Finanze italiano «è un compito ingrato» perché «i problemi economici che affliggono il Paese sono molteplici: crescita lenta, bassa produttività, elevata evasione fiscale e uno dei più grandi debiti pubblici al mondo. Tali sfide spiegano perchè negli ultimi due decenni molti governi italiani abbiano fatto ricorso alla nomina di ministri delle Finanze per lo più tecnici». Ma Giorgetti è «una notevole eccezione», scrive il mensile. È un fatto che il rigore, non solo a parole, del ministro italiano sta ormai facendo breccia anche nei salotti una volta tra i primi critici di un governo almeno all'inizio afflitto da un pregiudizio, rivelatosi poi infondato, di essere indisciplinato a livello di conti pubblici.

Giorgetti, a capo dell'Economia dal 2022, è definito «un veterano operatore politico, considerato un membro moderato e relativamente filoeuropeo del partito della Lega, che fa parte della coalizione di governo di destra in Italia». Su questo punto, infatti, la testata londinese ha voluto sottolineare che, a differenza di un semplice tecnico, le qualità di un consumato politico possono essere utili quando si tratta di affrontare determinate questioni. Giorgetti, infatti, ha affrontato negoziati complicati come quelli sul Patto di Stabilità, è riuscito a resistere alle pressioni dei partiti di governo e a tenere la barra dritta sui conti, pur trovando risorse rilevanti per tagliare cuneo fiscale e accorpare le aliquote Irpef. «Le sue rinomate capacità di networking», continua la rivista, «sono venute alla ribalta nel suo ruolo di Ministro delle Finanze, attingendo alla sua vasta carriera politica». Sarà un caso che agenzie di rating come S&P e Fitch - anche loro storicamente non tenere con l'Italia - abbiano aperto la porta a una possibile promozione del rating italiano? Probabilmente no, se anche da altre parti stanno arrivando apprezzamenti: «La Commissione Ue - si legge ancora - ha elogiato il suo lavoro, considerando la manovra di bilancio 2025 dell'Italia in linea con le sue raccomandazioni e le sue regole, e definendo il piano di rientro del debito del Paese credibile e sostenibile». Un via libera, quest'ultimo, che per il governo «è stato una vittoria importante, tenendo anche conto che pochi Paesi hanno rispettato gli impegni e le regole Ue». Tra questi, per esempio, non ci sono Germania e Francia.

Dopo il riconoscimento, sono fioccati i complimenti del segretario della Lega e vice premier, Matteo Salvini. Ma anche dell'esponente di peso di Fratelli d'Italia, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, il quale ha voluto sottolineare «l'importante elogio all'ottimo lavoro svolto dal nostro ministro dell'Economia e alla serietà del governo Meloni. Un ulteriore stimolo a proseguire nella strada intrapresa finora per ridare all'Italia solidità economica e credibilità internazionale».

L'esponente di Avs Angelo Bonelli, invece, ha accusato Giorgetti e il governo Meloni di essere

«campioni di disuguaglianza». Mentre Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha detto che Giorgetti è stato premiato per «sconfessare il suo leader Salvini». Sui mercati, però, al momento le opinioni che contanto sono altre.