La finta bontà della Spagna sull'Aquarius

Nel 2018 Matteo Salvini, allora neo ministro dell'Interno e vicepremier del governo Conte 1, osò, per la prima volta, chiudere i porti a una nave delle Ong.

La finta bontà della Spagna sull'Aquarius
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Nel giugno del 2018 il «Cattivik» Matteo Salvini, allora neo ministro dell'Interno e vicepremier del governo Conte 1, osò, per la prima volta, chiudere i porti a una nave delle Ong del mare, l'Aquarius, con 629 migranti a bordo raccolti al largo della Libia. Cinque anni dopo l'80 per cento delle richieste di asilo sono state respinte. E la maggioranza dei migranti ha atteso anni prima di avere una risposta. Non accade in Italia nelle grinfie di un governo di destra, ma nella Spagna guidata, da allora, dal socialista Pedro Sànchez oggi dimissionario dopo la sonora sconfitta alle recenti elezioni amministrative. Il 17 giugno 2018 la nave carica di migranti era stata accolta a Valencia con grande dispiegamento di mezzi, proprio per sottolineare la «bontà» spagnola rispetto ai cattivoni italiani, che chiudevano i porti. E strizzando l'occhio al solito furbetto d'Oltralpe, Emmanuel Macron, che parla bene di accoglienza e solidarietà ma poi razzola male puntando sempre i piedi con l'Italia che voleva mandargli l'Aquarius di una Ong francese. Agli inizi di giugno Malta, come sempre, se ne lavava le mani e l'imbarcazione gestita da Sos Mediterranee con personale di Medici senza frontiere a bordo puntava verso l'Italia. Salvini si era messo di traverso con l'avallo di Conte e l'appoggio incondizionato del vicepremier Luigi Di Maio che tuonava: «L'Europa deve battere un colpo, questa vicenda dimostra che siamo stati lasciati soli». Un disco rotto per alcuni aspetti valido ancora oggi, ma salta agli occhi il trattamento dei migranti nella Spagna socialista. Ben 255 migranti sono stati distribuiti in altri Paesi europei. In proporzione una cifra enorme, per un solo caso, rispetto ai 1.500 ricollocamenti ottenuti dall'Italia nell'ultimo anno dopo lo sbarco di oltre 100mila persone. Moises Von Kallon, presidente dell'associazione «Sopravvissuti dell'Aquarius», fa notare che cinque anni dopo ben 374 migranti, la maggioranza, di origini africane, hanno presentato in Spagna l'usuale richiesta di protezione internazionale. Non solo ci sono voluti anni, ma fino al 25 maggio sono state accolte appena 75 richieste, comprese 63 di asilo. A 261 migranti è stato risposto che non avevano alcun diritto alla protezione e 32 risultano archiviare.

In pratica non la cattiva Italia, ma la buonista Spagna socialista ha respinto il 79,6 per cento delle domande di protezione o asilo dei «sopravvissuti» dell'Aquarius. Se l'avessimo fatto noi avrebbero già mandato i caschi blu.

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