Fioramonti, i mancati rimborsi al M5s dietro alle sue dimissioni?

Il passo indietro di Fioramonti sarebbe dovuto non solo ai 3 miliardi negati dal governo al Ministero dell'Istruzione, ma anche ai mancati versamenti dell'ex ministro al Movimento 5 Stelle e all'Associazione Rousseau. E non solo

Fioramonti, i mancati rimborsi al M5s dietro alle sue dimissioni?

Alla fine il ministro Lorenzo Fioramonti ha mantenuto la promessa. Dopo avere minacciato a più riprese di fare un passo indietro se il governo non avesse garantito a scuola e Università 3 miliardi di euro con la manovra 2020, l'esponente grillino ha rovinato il Natale a Conte consegnandogli la propria lettera di dimissioni da ministro dell'Istruzione. Sono in molti a riconoscergli una certa coerenza. Anche diversi parlamentari dell'opposizione. "È stato più coerente e dignitoso di Conte, che pur di rimanere attaccato alla poltrona tira dritto fingendo di non vedere i disastri fatti dal suo Governo a danno degli italiani", ha scritto in una nota il deputato di Fratelli d'Italia, Maria Cristina Caretta. "Ci conforta, ad ogni modo, il segnale di coerenza dimostrato dell'ex titolare del Miur che si è distanziato da chi, come lo stesso Di Maio, dimostra ogni giorno di anteporre la poltrona al bene del Paese", ha aggiunto la collega leghista Giorgia Latini.

I mancati rimborsi a M5s e Rousseau

Insomma, tutti d'accordo nel sottolineare il beau geste dell'ormai ex ministro del Miur. Autore di un passo indietro dovuto, in apparenza, a ragioni squisitamente politiche. Ma è proprio così? Non è detto. A pesare sulla decisione di Fioramonti potrebbe essere stata anche la questione dei mancati versamenti mensili al M5s e all'Associazione Rousseau.

Il tema dei rimborsi che deputati e senatori grillini devono al Movimento torna periodicamente alla luce. Il Giornale ne ha parlato diverse volte, l'ultima il 21 dicembre. Appena cinque giorni fa. La notizia riguardava il presunto abboccamento di sette senatori grillini da parte della Lega: Vittoria Bogo Deledda, Cristiano Anastasi, Lello Ciampolillo, Luigi Di Marzio, Fabio Di Micco, Michele Giarrusso e Pietro Lorefice. Tutti accomunati dal fatto di non avere versato neppure un euro durante il 2019.

Le cifre in questione sono tutt'altro che trascurabili. Si tratta di 2mila e 300 euro al mese che questi sette senatori, come tutti i loro colleghi (compresi quelli della Camera), avrebbero dovuto versare rispettivamente al M5s e all'Associazione Rousseau. Ma non l'hanno fatto, attirando su di sé l'attenzione dei probiviri grillini che, tra le varie sanzioni "politiche" - oltre a quelle economiche tra cui, nei casi più gravi, il pignoramento - possono arrivare fino all'espulsione dei colpevoli, Tra loro anche l'ex ministro Fioramonti che nell'anno in corso (stando ai dati pubblicati sul sito tirendiconto.it) non avrebbe rimborsato neppure un euro.

Nuovo gruppo alla Camera (e nuovo partito?)

Dunque non è da escludere che Fioramonti abbia lasciato il governo con un secondo fine: quello di preparare la sua uscita dai 5 Stelle, che secondo l'Ansa sarebbe molto vicina.

Abbandonare il Movimento, per l'ex ministro, vorrebbe dire non essere più obbligato a onorare i propri debiti con Di Maio e Casaleggio. Sullo sfondo, ci sarebbe addirittura l'ipotesi che possa formare un gruppo autonomo alla Camera. Per poi creare un nuovo soggetto politico. Dunque, a quanto pare non sarebbe solo una questione di coerenza.

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