Fioramonti all'angolo attacca il tritacarne mediatico

Il ministro dell'Istruzione, dopo l'inchiesta del Giornale, prova a difendersi: "Opinioni scritte di getto sulla pagina privata"

Fioramonti all'angolo attacca il tritacarne mediatico

Nell'angolo. Il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti non molla la poltrona. L'inchiesta del Giornale, che ha scovato tweet violenti e sessisti e frasi offensive nei confronti di politici e forze dell'ordine, per lui è solo tritacarne mediatico. Ma la verità è che il diretto interessato si trova all'angolo, stretto tra le opposizioni che chiedono a gran voce le sue dimissioni e gli alleati del Pd che malcelano il malumore nei suoi confronti e chiedono chiarimenti. Così, dopo una giornata intera di silenzio, lui prova a rispondere in serata, minimizzando, anzi, contrattaccando. "Oggi non si attacca il mio lavoro, fatto di intese coi sindacati per garantire la didattica, ridurre il precariato, rilanciare l'edilizia scolastica e battersi per maggiori risorse in un settore bistrattato da decenni, ma le mie opinioni di anni fa, scritte sulla mia pagina privata, di getto, e con toni di cui ovviamente non vado fiero (e per cui ho già chiesto scusa alla diretta interessata in forma personale)", scrive il ministro.

Che quindi ammette di aver chiesto scusa soltanto a Daniela Santanché. Per Berlusconi, definito "un nano porta iella", niente scuse. Per Giuliano Ferrara, definito un "pezzo di m... con i denti separati", niente scuse. Per Brunetta, che "andrebbe manganellato", niente scuse. Per la polizia, definita "guardia del potere", niente scuse. Almeno stando a quanto scrive lo stesso ministro.

Non contento, Fioramonti insiste: "A tutti può capitare di incorrere in errori, anche a me, come nel caso dei toni usati nelle affermazioni rilanciate dal tritacarne mediatico, pur vecchie di anni e fatte quando ero un semplice cittadino". Insomma, per il ministro il passato non conta.

Di chiedere scusa non se ne parla, figuriamoci di scollarsi dalla poltrona del dicastero dell'Istruzione. Di Maio tace e Conte al momento è immobile.

Intanto oggi abbiamo lanciato l'hashtag #FioramontiDimettiti, per chiedere con forza al governo di rimuovere dal suo posto un ministro col curriculum da odiatore.

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