Un altro tema arriva a dividere il governo: quello della Flat tax. Cavallo di battaglia del centrodestra, la "tassa piatta" è un pallino di Matteo Salvini che non ha nessuna intenzione di rinunciarvi. E ora che il Documento di economia e finanza è ormai alle ultime battute, il nodo diventa centrale. Soprattutto perché la Lega punta ad aliquote più basse per tutti, mentre il Movimento 5 Stelle prediligerebbe una gradualità nella sua applicazione per evitare di favorire le classi più abbienti.
Per Luigi Di Maio, in particolare, è importante introdurre "un principio di proporzionalità per fare in modo che il beneficio stesso sia distribuito con criterio vero le famiglie e il ceto medio". Ma il numero uno del Carroccio ribatte che "non esiste una flat tax progressiva": "L'idea rivoluzionaria della tassa piatta è che è unica, piatta e uguale", sottolinea Salvini.
Poi durante il talk di Nicola Porro Quarta Repubblica, ha aggiunto: "Si può fare per gradi, come con quota 100, a partire dall'anno prossimo. I tecnici stanno valutando, stiamo pensando a una soglia di reddito familiare di 50mila euro. L'idea è quella di scegliere il nucleo familiare come nucleo fiscale e fissare una soglia sotto la quale applicare una tassa unica del 15%: non una lira di più non una lira di meno. Questo naturalmente ha un costo per il primo anno ma poi si investe di più, si compra di più, si innova di più". "Un errore che non voglio più fare è quello di usare il termine flat tax", ha aggiunto poi il vicepremier, "Meglio tassa piatta, o tassa unica, o tassa bassa. L'unica cosa che davvero conta è semplificare, tagliare la burocrazia".
"La flat tax ci sarà nel Def, con il coefficiente familiare come avevamo chiesto, affinchè della riduzione non ne possa beneficiare chi è già ricco, ma le famiglie che ne hanno realmente bisogno, come chiediamo da giorni. In questo senso esprimiamo grande soddisfazione", ribadisce Di Maio in serata. Ma proprio oggi il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri ha consegnato al ministro Tria un progetto per un aliquota al 15% fino a 50mila euro di reddito. "Questa riforma non va vista come un centro di costo, ma come un'opportunità di crescita", sottolinea il leghista, che nella riforma fiscale vede "l'unica leva disponibile per dare impulso ai consumi, alla produzione e al lavoro".
Il premier Giuseppe Conte, anche in questo caso, assume il ruolo di mediatore tra le due parti: ricorda che la misura è nel contratto di governo, prevista "con delle modalità specifiche", e "Salvini non è l'unico a spingere per averla, lo fa tutto il
governo". Resta il problema delle coperture: il mancato gettito è stimato in 12 o 13 miliardi di euro annui. La Lega punta sul patrimonio immobiliare pubblico che porterebbe a recuperare 400 miliardi di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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