Il flop degli immigrazionisti: Mimmo Lucano escluso dal consiglio regionale

La lista di Mimmo Lucano, condannato in primo grado a 13 anni per la gestione dei fondi destinati all'accoglienza dei migranti, non ha superato la soglia di sbarramento. L'ex sindaco di Riace, difeso dalla sinistra, era stato dichiarato "impresentabile" dalla commissione Antimafia

Il flop degli immigrazionisti: Mimmo Lucano escluso dal consiglio regionale

A fermare la corsa di Mimmo Lucano al consiglio regionale della Calabria non sono state la legge Severino e la commissione parlamentare Antimafia, che dopo la condanna in primo grado a 13 anni e due mesi per la gestione dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti l’aveva inserito nella lista degli "impresentabili", ma il flop della sua stessa lista, "Un'altra Calabria è possibile" , che si è fermata al 2,3 per cento, ben al di sotto della soglia di sbarramento del 4 per cento necessaria a far scattare almeno un seggio.

L’ex sindaco di Riace è stato protagonista del dibattito politico degli ultimi giorni dopo la decisione dei giudici del tribunale di Locri di condannarlo per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso d'ufficio, con una pena quasi raddoppiata rispetto alla richiesta iniziale del pm. Insomma, per i giudici il "modello Riace", in realtà, era un modo per arricchirsi attraverso la gestione dei progetti per gli immigrati gestiti da cooperative e associazioni.

Il famoso business dell’accoglienza, portato avanti, secondo quanto emerge dalle carte del processo, con "rendicontazioni indebite" sul numero di stranieri presenti nelle strutture, alimenti destinati ai migranti e utilizzati per fini privati, e ancora, "fatture false, prelievo di denaro dai conti correnti e destinazione indebita dei fondi ottenuti per scopi diversi rispetto all'accoglienza". Lui non si era fatto intimidire e sul sostegno ai migranti, nei giorni scorsi aveva detto di essere pronto a rifare tutto da capo, forte anche del supporto arrivato dal gotha della sinistra.

Subito dopo l’annuncio della condanna, infatti, era partita una vera e propria gara di solidarietà. A schierarsi contro le toghe, gridando allo scandalo e parlando di sentenza sproporzionata, sono stati i volti noti delle Ong, come la capitana della Sea Watch, Carola Rackete e l’ex no global Luca Casarini. Ma l'appoggio all'ex sindaco era arrivato anche dal segretario Dem Enrico Letta, dall’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, da Monica Cirinnà, e persino dall’ex premier e leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, che ha parlato di pena molto severa. Il missionario pro-immigrazione, padre Alex Zanotelli, ha annunciato addirittura un digiuno per protestare contro il pronunciamento dei giudici calabresi.

Eppure scioperi della fame, attestati di stima e manifestazioni, come quella organizzata proprio a Riace per sostenere l’ex sindaco, non sono servite a risollevare le sorti del candidato che correva come capolista in tre circoscrizioni elettorali con la lista di sinistra che sosteneva il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, candidato alla presidenza della Regione. In totale, Lucano ha collezionato 9.779 preferenze personali e 18mila voti di lista, di cui 150 raccolti proprio a Riace.

Insomma, il modello immigrazioni sta non convince i calabresi, che hanno premiato il candidato di centrodestra, Roberto Occhiuto.

L'ex capogruppo di Forza Italia alla Camera con il 54,46 per cento si è imposto nettamente sulla candidata di Pd e M5S, Amalia Cecilia Bruni e sullo stesso De Magistris, rimasto fermo al 16 per cento, penultimo tra gli sfidanti per la poltrona di governatore.

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